A Venezia il giorno dopo è iniziata la corsa contro il tempo per salvare il salvabile dell’industria delle crociere

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Venezia interdetta alle navi da crociera – per il divieto di navigazione Alle unità di oltre le 25mila tonnellate nel Bacino e nei Canali di San Marco e della Giudecca dal prossimo primo agosto – il giorno la pubblicazione e delle linee guida contenute nel decreto ministeriale e le dichiarazioni dei ministri, tra divieti immediati e ristori promessi. Cominciamo dalla posizione di Confitarma sullo spostamento a giorni degli scali per la Serenissima a Marghera: “La decisione del Consiglio dei Ministri è la logica conclusione di un percorso avviato dieci anni fa. Tuttavia, gli operatori si sarebbero aspettati una diversa tempistica per poter impostare nuovi programmi, soprattutto in vista di una ripresa dopo oltre un anno di sostanziale fermo delle navi”, ha dichiarato Mario Mattioli, presidente di Confitarma, che ha aggiunto: “Sarà importante quindi che i ristori annunciati siano adeguati alle esigenze degli operatori, considerando anche le difficoltà affrontate dal settore crocieristico e dal suo indotto a causa delle restrizioni imposte per fronteggiare la pandemia da Covid-19″. E ha concluso: “In ogni caso, ribadisco la massima disponibilità di Confitarma e dell’armamento italiano a collaborare con il governo per trovare le soluzioni migliori per tutte le parti coinvolte e soprattutto per tutelare la meravigliosa città di Venezia che tutto il mondo ci invidia. Ma, per poter assicurare un futuro sostenibile per le attività crocieristiche a Venezia, è indispensabile ed urgente un concreto coordinamento delle istituzioni con gli operatori e con le associazioni ed auspichiamo quindi che si possa presto convocare un tavolo di confronto”.
Più preoccupate e problematiche, soprattutto per i danni, le voci che arrivano da Venezia dai diretti operatori delle crociere. Per la società Venezia Terminal Passeggeri il decreto cancella la possibilità di utilizzo del terminal di Marittima in concessione a VTP fino al 2025 e quindi cancella la concessione in modo unilaterale violando le norme nazionali e comunitarie a tutela del concessionario. E inoltre: “Ad oggi non si conoscono le coperture disponibili. Cifre sulle quali si basa in parte la prospettiva futura per tutti gli attori coinvolti nella filiera di questa industria”.
Queste in particolare le considerazioni di Fabrizio Spagna, presidente di Venezia Terminal Passeggeri: “Negli ultimi 9 anni VTP, società dall’azionariato misto pubblico-privato, da una parte ha collaborato con tutti i governi e continua a farlo con il governo in carica per spostare le navi dal Canale della Giudecca presentando anche progetti e studiando tecnicamente soluzioni ben al di là di quanto dovrebbe competere adun concessionario. Dall’altra parte però vi sono anche le istanze e le aspettative dei soci di VTP e di tutti gli stakeholder coinvolti ovvero i lavoratori diretti e indiretti nonché tutta la filiera delle società collegate alla crocieristica, di cui 200 venete, che vedono comunque venir meno i loro diritti e restano in attesa di certezze per il proprio futuro”. Insomma si chiede che “il governo prenda in considerazione queste istanze così come quelle promosse da chi è contrario alla crocieristica, valutando attentamente anche proposte già fatte quali il Vittorio Emanuele che di fatto consentirebbe di mantenere viva la Marittima e con essa la sua eccellenza, senza destinarla inevitabilmente alla chiusura. Ed anche il caso di ricordare che la finanza di progetto ai sensi dell’art.183 del Codice degli Appalti presentata dalla nostra Società ad ottobre 2019 prevedeva un investimento di poco superiore ai 30 milioni di euro per gli interventi manutentivi sul canale Vittorio Emanuele III, in linea con il Piano Regolatore Portuale, con un progetto ad alta sostenibilità ambientale e che prevedeva la valorizzazione della Marittima su cui sono stati investiti 160 milioni di euro di fondi pubblici e privati”.
Per Galliano di Marco, direttore Generale della società Venezia Terminal Passeggeri “il danno che si va paventando è significativo perché di fatto esclude anche le navi più piccole, quelle del settore del lusso, a cui puntava tutto il territorio in quanto turismo di fascia alta e con altissimo potenziale di spesa, che dal 1° agosto non potranno più arrivare alla Marittima. Il danno deve tenere conto anche del fatto che il mercato non aspetta, e se ad oggi i contatti con le compagnie sono assidue, non si sa quali orientamenti prenderanno per il futuro degli itinerari e se essi comprenderanno o meno Marghera”. Perché “come riportato nell’art.2 del Decreto sarà necessario non solo sistemare le banchine, ma anche il Canale dei Petroli per far transitare le navi da crociera in sicurezza. Come evidenziato infatti nelle campagne di simulazione condotte da VTP, dalla Capitaneria di Porto di Venezia, dai Piloti e dalle quattro maggiori compagnie crocieristiche del mondo, sul canale sono necessari interventi in linea con il Piano Regolatore Portuale. Le Compagnie di crociera americane – Royal Caribbean Cruise Line e Norwegian Cruise Line – ci hanno già comunicato la loro contrarierà a posizionare navi a Marghera in assenza di condizioni minime di sicurezza. A queste si dovranno aggiungere le navi di lusso, come Viking, Azamara, Silversea, Ritz Carlton, che non hanno mai dato la loro disponibilità a spostarsi a Marghera. Tutto ciò comporterà una profonda revisione del piano industriale della Società che verrà presentato al Governo al più presto insieme a quello approvato di recente dal Consiglio di Amministrazione della Società. E lo potremmo fare non appena sarà noto quali e quante banchine saranno disponibili a Marghera”.
In sintesi si è di fronte a una “decisione che di fatto cancella con un colpo di spugna uno dei più apprezzati porti crociere al mondo per livello di servizio, posticipando ad un tempo non ben definito lo spostamento delle attività crocieristiche a Marghera con il rischio concreto di porre la parola fine all’industria crocieristica veneziana con danni enormi sia da un punto di vista economico che occupazionale”. E le prospettive sono rischiose perché come si sa “è difficile che le compagnie di crociera una volta spostate le proprie navi in altri porti nazionali o peggio esteri, decidano di ricollocarle a Venezia a distanza di anni; per cui è urgente che venga fatta chiarezza sul percorso che porterà allo spostamento a Marghera di cui VTP studia la fattibilità da tempo e per cui ha già depositato proposte concrete che non hanno trovato ascolto”.

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