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Con il Presidente dell’Associazione Spedizionieri del Porto della Spezia ripercorriamo l’ultimo anno che ha posto le basi per “la realizzazione di un’opera fondamentale per i porti del Tirreno e per tutto il sistema trasporti del Paese”.
di Enzo Millepiedi
E’ trascorso un anno da quando Andrea Fontana, Presidente dell’Associazione Spedizionieri del Porto della Spezia, rompendo il suo riconosciuto aplomb si accorse che il raddoppio della linea ferroviaria La Spezia-Parma e viceversa, nota come Linea Pontremolese, non figurava nell’elenco delle opere prioritarie presentato dall’allora ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli. Correva la fine di giugno del 2021. La nota di protesta del Presidente Fontana fece scalpore, smosse le acque, ci furono verifiche, precisazioni, interventi, recuperi in zona Cesarini forse, sta di fatto che da allora sulla Pontremolese si sono riaccesi potenti riflettori con l’effetto di farla rimanere sempre più in evidenza nell’ agenda di Governo e Parlamento. Ci pare giusto e opportuno riprendere le mosse da lì per fare il bilancio di un anno proprio con Andrea Fontana.
Quale è la prima considerazione che ti viene alla mente ripensando a questo anno nel quale di Pontremolese si è parlato e fatto quello che non si era fatto da tanti anni nonostante che le buone intenzioni non fossero mai venute meno?
“Bisogna dire che intanto già qualche mese dopo la Pontremolese era stata riconosciuta e di conseguenza diventata opera prioritaria”.
E da quel momento …
“Passo dopo passo si è arrivati a capitoli fondamentali: dalla nomina del commissario agli interventi della vice ministra Teresa Bellanova e alla Presidente della Commissione Trasporti della Camera onorevole Lella Paita di concerto con il Presidente dell’Autorità di Sistema Mario Sommariva, l’adesione dei territori dalla Spezia a Parma, fino al finanziamento del nuovo progetto della Galleria di Valico inserito nel Contratto di programma Rfi 2021, e infine alla possibilità prospettata anch’essa dall’onorevole Paita a Livorno di dirottare i 4 miliardi, che erano destinati al Terzo Valico dei Giovi spostato nel PNRR, sul raddoppio della Pontremolese”.
Il Presidente degli Agenti marittimi Giorgio Bucchioni ha commentato come opportuno che quell’annuncio della Lella Paita sia stato fatto a Livorno, coinvolgendo cioè quel porto e riportandolo all’unità di interessi con gli altri porti dell’Alto Tirreno.
“Condiviso, perché il raddoppio della Pontremolese non è un’opera che interessa solo il Porto della Spezia ma tutta la portualità del Tirreno, medio e alto, dalla Spezia a Civitavecchia, e tutto il sistema trasporti del Paese. E’ un dato di fatto che ci sia un vuoto infrastrutturale nella rete ferroviaria, come si vede anche nella mappa dei corridoi europei Ten-T . Faccio sempre un esempio reale. Quando è avvenuto il grave deragliamento sulla linea dell’Alta Velocità vicino a Lodi con la morte dei due macchinisti il traffico nord-sud ha subito sconvolgimenti. Che con una Pontremolese degna di questo nome cioè moderna si sarebbero evitati garantendo la continuità dei collegamenti appunto tra nord e sud della Penisola”.
E quindi?
“Dico che ho sempre creduto in quest’opera essenziale non perché sono spezzino o perché sono un imprenditore portuale. Ho sempre creduto su quest’opera perché serve a tutte le nostre comunità e a tutti i nostri territori, e lo ripeto, al sistema Paese, un raddoppio che accorcerà i tempi comunque per tutti i porti del Tirreno”.
A proposito di tempi ci si è chiesti quanto tempo ci vorrà per il nuovo progetto della Galleria di Valico visto che il vecchio non è più utilizzabile. L’ho chiesto all’onorevole Paita che mi ha risposto: sei-sette mesi mesi. Che ne dici?
“Si sa che è un progetto da riprendere in pieno per renderlo rispondente alle esigenze tecniche nuove e alle normative europee sia per la regola dei venti chilometri in galleria sia per la percentuale di pendenza. L’importante è affrontare i problemi, risolverli e andare avanti cogliendo tutte le possibilità delle risorse disponibili per questa giusta causa. Se ci vorranno sei sette mesi significa che avremo presto anche chiaro il quadro delle risorse che occorreranno per la realizzazione”.
Sei ottimista?
“Fiducioso. Con la consapevolezza che non si parla più di un sogno, di una idea, nonostante il grande lavoro di chi ha sempre creduto nella Pontremolese che, lo voglio ricordare, nell’Italia dei ricorsi, è voluta da tutti. Anche questo è un valore. Per cui va tenuta alta la guardia perché, problemi tecnici e temporali a parte, c’è la possibilità di reperire tutte le risorse necessarie alla sua realizzazione, magari quelle che possono arrivare anche dagli storni della Tav. Voglio ricordare infine che il nostro porto è con Trieste tra quelli più virtuosi nello sviluppo del traffico su ferrovia, in linea quindi con le finalità della sostenibilità ambientale”.