Anteprima su “Marsili”, il romanzo di Francesco Di Sarcina che sarà presentato oggi alla Biblioteca di Arcola

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ARCOLA – Oggi venerdì 11 novembre alle ore 17, nella biblioteca Pellegri in piazza 2 Giugno, per «Le parole intorno», rassegna letteraria organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Arcola, sarà  presentato “Marsili”, romanzo di Francesco di Sarcina.

Il Marsili, il più grande vulcano sommerso del Mediterraneo, è il baricentro di una storia fosca legata al traffico illegale di rifiuti pericolosi, costruita sullo sfondo di reali avvenimenti. Due ricercatori italiani si imbattono accidentalmente nelle sagome di quattro relitti semi insabbiati lungo la parete sud del vulcano sommerso Marsili.

È una scoperta sconvolgente, che metterà alla luce un complesso intrigo internazionale sul cui sfondo c’è il malaffare legato al traffico illecito di rifiuti. I protagonisti della storia lavorano per sventare un pericolo mondiale, pagandone un caro prezzo.

Francesco di Sarcina è stato il Segretario Generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale ed è attualmente Presidente dell’Autorità di Sistema dei Porti di Catania e Augusta.

Creiamo di fare cosa utile al lettore riproporre per l’occasione la presentazione fatta all’esordio, a giugno, del romanzo nella sala terminal crociere di Angelo Ciccio Del Santo (nella foto con Francesco Di Sarcina al Terminal Crociere) anche perché sappiamo che la vicenda sta avendo un crescente interesse non solo nel mondo più strettamente legato al mare. Ecco il testo:

“Presentare un libro, cosa significa presentare un libro?, è un po’ come quando si presenta qualcuno a qualcun altro, deve scattare l’interesse e la curiosità, presentare un libro significa parlare del libro ma non raccontare il libro, si deve instaurare fra il libro e chi ascolta la presentazione un rapporto seduttivo, sedurre = portare a se, pertanto lo scopo è quello di portare chi ascolta verso il libro: a desiderare di possedere questo contenitore di emozioni, di tensione e di piacevolezza, spero di riuscirsi.

Leggere Marsili è come osservare una foto di famiglia, perché fin dalle prime pagine aleggiano queste figure che sono i Lari Letterari dell’autore.

Teniamo presente che i Lari Letterari sono diversi da autore ad autore ma compaiono e aleggiano in tutti i libri che leggiamo, e,  come tutti gli autori, anche Francesco si porta dietro un bagaglio di letture che sono state sicuramente guida nella suo evolversi sia come lettore che come scrittore.

Ed ecco che compaiono Conrad, Smith, Cussller e perché no anche il nostro concittadino Marco Buticchi, scrittori che hanno dedicato la loro attenzione alle avventure e che comunque hanno avuto una grande fonte ispiratrice dal Mare, Francesco ci conduce attraverso un percorso avventuroso e pieno di suspense, ci tiene col fiato sospeso perché le sue avventure sono intrise di giallo, quel tocco di thriller che però serve a raccontare una realtà che spesso supera la fantasia, come nei romanzi di Vasquez Montalban, o del citato Jean Fleming, autori che usano il giallo per dipingere la realtà quotidiana.

Una figura simbolica che emerge dalla lettura di Marsili è quella del Labirinto, infatti il lettore si perde nelle pagine come ci si perde in un labirinto, percorsi apparentemente differenti dove scorrono, come fiumi in piena più storie, storie che potrebbero essere ognuna la fonte di un avvincente romanzo, personaggi che ruotano sul palcoscenico del racconto come ballerini dervisci e proprio come ballerini dervisci, queste storie  arrivano a mescolarsi in maniera armonica in un cocktail finale, si uno di quei cocktail che prendi su consiglio del Barman/Scrittore, che non solo ci lascerà con in bocca la sorpresa di un finale completamente inatteso ma ci farà scoprire il piacere di una lettura piana e scorrevole:”… mentre la sigaretta bruciava progressivamente, riducendosi di lunghezza in proporzione al moltiplicarsi delle volute di fumo prodotte”.

Avremo anche alcune visioni che quasi sicuramente fanno parte dei ricordi dell’Autore “ Il padre riponeva le enciclopedie negli scaffali più alti della libreria domestica, ad un passo dal cielo”

Dietro la finzione compaiono ricordi e stupore magari raccolti durante i viaggi, come quella polverosa strada di Tozeur, saremo avvolti dalla tensione, ma stemperata da un disincantato senso dell’ironia “Una di quelle notti di cui si farebbe volentieri a meno”. Oppure una sveglia che, come ogni giorno interrompe l’armonico e silenzioso rapporto col proprio letto.

Durante la lettura si ha la netta impressione che si venga a creare fra lettore e le pagine popolate del libro una sorta di rapporto empatico, quell’Empatia, quel concetto di immedesimazione nell’altro che oggi uno studioso come Rifkin ci spiega nel suo “La civiltà dell’empatia” e che il nostro autore cita con affetto e rispetto.

Emergono in maniera prepotente e affascinante anche le diatribe che ognuno di noi deve affrontare con se stesso, la lotta fra intelligenza e intolleranza, fra l’ambizione e la consapevolezza della propria forza, ragionamenti impegnativi ma resi sempre scorrevoli dalla storia avvincente e dalla battuta pronta e mai fuori luogo che sdrammatizza senza far perdere tensione “…aveva accanto a se una bottiglia di rum semivuota, ed un bicchiere di vetro semipieno. Sembrava, in ogni caso, semilucido”.

Le storie che si snodano per rintrecciarsi fra di loro in, appunto in uno scorrevole fiume, ci parlano di valori, l’amicizia che travalica ogni confine e ogni ostacolo, gli affetti familiari che sanno superare qualunque traversia, l’amore per la natura, il mare in particolare, e per la cultura che sono una traccia costante e l’etica, la correttezza nei rapporti, che sempre siamo portati a ripristinare qualora fosse venuta meno, il guardarsi intorno con lo sguardo attonito di un bambino ma con la consapevolezza che occorre sempre lavorare per migliorare la qualità della vita propria e degli altri, con quello spirito proattivo che acutizza l’attenzione, il piacere di osservare e stimola l’azione proprio per avere a cuore la libertà e la dignità di tutti.

Ecco, questo libro da queste sensazioni e anche altre attraverso una fitta ragnatela di storie, di colpi di scena e di riflessioni che si snodano con serrato ritmo narrativo e che ci daranno un’accelerazione incredibile man mano che ci avvicineremo al finale. Queste pagine sicuramente ci terranno piacevole compagnia durante tutta la lettura e visto l’esito del libro, magari ci faranno sperare in un sequel che ci offra altrettante emozioni.

Insomma avremo il piacere di leggere, la soddisfazione di vedere la fine e quella punta d’ansia che prende ogni lettore perché ognuno di noi, quando andrà a riporre il volume fra i libri letti si porrà la annosa domanda: e dopo cosa leggo?”

 

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