LERICI – Ci è voluta davvero una grande fantasia, mescolata all’ironia paesana, per adattare (e mettere in scena) l’Odissea al Golfo dei Poeti, adattamento lessicale (dialetto) e geografico, rappresentato sul palco del Teatro Astoria ieri sera, sabato, per la rassegna Lerici in palcoscenico.
Nata per promuovere le compagnie teatrali locali e valorizzare l’identità culturale del territorio, sottolineando l’importanza del dialetto come lingua identificativa della tradizione. E così è stato al primo appuntamento in cartellone con la compagnia Marilontani, dal titolo rigorosamente in lericino Eeeeeeeehhhhhh…. Ma alòa chi a n’ariveno pu!, per la regia di Olga Tartarini, su testo di Giuly Rolla che si avvale di spunti dal vocabolario dialettale di Colombo Bongiovanni.
L’adattamento geografico è stato risolto con il viaggio periglioso di Ulisse partito da San Terenzo, arrivato a Portovenere, con toccata all’isola Palmaria e poi spinto dai venti fino a Punta Bianca per risalire faticosamente verso Tellaro e la Caletta, prima di riuscire a fare ritorno a casa, dalla Penelope e da Telemaco alle prese con gli immancabili Proci (tutti Santerenzini), per rinverdire il mai sopito scontro con Lerici.
Occorreva un po’ di sfoltimento per non rendere più lungo del dovuto nel copione il peregrinare di Ulisse (Pietro Balestri) che comunque ha incontrato Polifemo, la Circe, le Sirene, Calipso, Nausicaa e il padre Alcinoo, re dei Feaci, qui nell’improbabile veste di bagnini, fino alla decimazione dell’equipaggio reo di aver mangiato i buoi del Sole con empio dente.
Tre voci narranti di ragazze e bambine provvedevano comunque a fare da siparietto alle scene che si susseguivano comunque con una rapidità ben studiata con al centro il consesso degli dei presieduto da Giove a litigare tra i favorevoli e i contrari al ritorno, a Lerici naturalmente, di Ulisse.
Le bellezza sul palco è stata quella dei piccoli attori della compagnia, una trentina tra bambini e ragazzi fin dai cinque anni, accanto ai genitori, tutti a condividere la passione per il teatro dialettale. Che, soprattutto le battute anche leggermente triviali, strappavano gli applausi più sonori.
Una annotazione a parte la meritano i costumi e le scene: azzeccati.