Golfo di Gabès (Tunisia) – Mentre si continua a indagare sulla petroliera Xelo, battente bandiera della Guinea Equatoriale, affondata al largo di Gas in Tunisia con il carico di 750 tonnellate di gasolio, si mostra apprezzamento per il tempestivo intervento del Pattugliatore d’Altura Vega della Marina Militare. di fronte al porto di Gabes.
Le attrezzature per la lotta all’inquinamento marino in dotazione alla Vega e l’intervento del Gruppo Operativo Subacquei #GOS, ricoprono infatti un ruolo fondamentale per la messa in sicurezza della zona.
Quanto alle indagini le autorità tunisine hanno interrogato i sette componenti dell’equipaggio. Dal canto suo la rete Réseau Tunisie Verte, che riunisce un centinaio di Ong attive nella difesa dell’ambiente, ha espresso stupore per il comportamento delle stesse autorità tunisine, che hanno consentito alla petroliera Xelo di entrare nelle acque territoriali tunisine il 4 aprile 2022 per le riparazioni nel porto di Sfax, senza verificare l’autenticità dei suoi documenti, nonostante i sospetti che aleggiano intorno a una nave che risulta sequestrata a più riprese per motivi di sicurezza.
Di proprietà di un armatore turco, la Xelo risulterebbe partita dal porto di Damietta in Egitto diretta a Malta ma l’Autorità portuale di Damietta ha smentio la circostanza e Mabrouk Korchid, segretario di Stato incaricato degli affari demaniali, confermando che la nave era diretta a Malta ha detto che la nave turca era carica di petrolio libico contrabbandato dalla città di Zauia.