MARINA DI CARRARA – Si terrà domenica 26 alle ore 13 (sala Bernini) l’assemblea nazionale delle Imprese demaniali di Confartigianato nell’ambito di “Balnearia” alla Imm di Carrara per discutere su: “Quali prospettive per le imprese demaniali”.
E’ in preparazione di domenica che Confartigianato Apuana di Massa Carrara ha preparato un decalogo partendo dal presupposto che “discutere della direttiva Bolkestein e di ulteriori proroghe oggi ha poco senso e che gli errori fatti nel passato non possono essere recuperati”. Oggi, al punto nel quale si è arrivati, insomma bisogna discutere di come salvare o almeno ristorare le imprese italiane per dare certezze a imprenditori e famiglie che vivono grazie a questo settore turistico.
E non si tratta solo di stabilimenti balneari intesi come ombrelloni e tende ma anche di porti, approdi, ristoranti, negozi e tutte le attività collegate, tenuto conto anche che coste si sono impoverite negli ultimi anni perché nell’incertezza del futuro gli investimenti si sono ridotti e gli stessi istituti di credito hanno iniziato a revocare i fidi o a non darne altri, perché a concessioni scadute non vi sono garanzie.
Eppure si tratta di un settore economico che contribuisce per il 20% al Pil turistico nazionale.
E in vista della certezza che deve essere garantita dai decreti attuativi in fase di stesura da parte del Governo, ecco che Confartigianato spiega che il decalogo parte dalla mappatura e dalla “determinazione di criteri omogenei per l’individuazione delle aree suscettibili di affidamento in concessione, assicurando l’adeguato equilibrio tra le aree demaniali in concessione e le aree libere o libere attrezzate, nonché la costante presenza di varchi”.
Perché “nell’affidamento della concessione bisogna tenere in considerazione investimenti, valore aziendale dell’impresa e dei beni materiali e immateriali”.
Lo Stato deve inoltre poter garantire continuità di impresa a chi vuole continuare a investire, nel principio di tutela delle imprese italiane, attraverso criteri premianti. Il primo è quello che prevede un punteggio ai fini della scelta del concessionario, della qualità e delle condizioni del servizio offerto agli utenti, un altro punteggio deve essere assegnato per l’esperienza tecnica e professionale già acquisita in relazione all’attività oggetto di concessione. Ancora: va valutato il tipo di impresa: se è familiare e rappresenta la principale fonte di reddito.
Si deve inoltre prevedere la durata della concessione per un periodo non superiore a quanto necessario per garantire al concessionario l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti autorizzati dall’ente concedente; vanno definiti criteri uniformi per la quantificazione di canoni annui che tengano conto del pregio naturale e dell’effettiva redditività delle aree demaniali, stesso principio per la quantificazione dell’indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante. Deve essere infine previsto il diritto di prelazione in caso di parità per i concessionari uscenti.