Autisti e non solo, aumentano le offerte di lavoro ma i disoccupati e i non occupati non calano

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Non è solo un problema italiano, ma da noi sta per diventare pesante, e c’è chi lo definisce catastrofico. Mancano autisti dei Tir, mancano capitani e ufficiali di macchina per le navi, mancano lavoratori (fonte Il Sole 24Ore) persino per lavori stradali e autostradali finanziati dal fondo di rilancio del governo. Siamo all’assurdo con i disoccupati e i non occupati che non calano.

Fermiamoci oggi sugli autisti dei mezzi pesanti. Peggio di noi sta la Gran Bretagna, perché con la Brexit se ne sono dovuti tornare a casa all’est (Polonia, Romania) 15 mila su un totale di poco più di 200 mila. E qui in Italia? Gli autisti giovani sono una minoranza e a scoraggiare l’avvio a questo lavoro sono più che altro i disagi da ritmi di lavoro, la lunghezza dei viaggi, le retribuzioni anche se si dice siano cresciute.

Ad aggiornare la situazione a tutto campo è Elisa Bianchi su “Uomini e Trasporti” che intanto ci informa che “Le offerte di lavoro per autotrasportatori in Italia sono aumentate del 105% rispetto ai livelli pre-pandemia”, dato desunto dalla analisi Indeed, motore di ricerca per trovare lavoro, sugli annunci postati a fine settembre 2021. L’Italia è peraltro” in linea con quanto sta accadendo nel resto d’Europa, dove la domanda di autisti sta aumentando mentre le catene di approvvigionamento cercano di stare al passo con le richieste.

Sempre secondo i dati della ricerca Indeed tra le cinque maggiori economie europee le offerte di lavoro per autisti di camion erano del 45% al di sopra del loro livello pre-pandemia in Francia, del 67% in Germania, 95% in Spagna e 73% nel Regno Unito. Ad aver visto però la maggiore variazione percentuale delle offerte di lavoro per autotrasportatori è l’Irlanda, dove nell’arco di poco più di un anno e mezzo le offerte di lavoro sono cresciute del 126%. Chiude la classifica la Polonia con un +15%.

Interessante, sotto diversi punti di vista, è come si è rapidamente evoluto il caso Regno Unito spiegato da Uomini e Trasporti: “dopo dieci giorni di lunghe code ai distributori di benzina e allarmi per la carenza di carburanti causati dall’assenza di autotrasportatori, il Governo ha deciso di concedere il rilascio di visti temporanei per autisti e altri lavoratori. Il risultato? I clic da parte di persone extra UK sugli annunci di lavoro per autotrasportatori nel Regno Unito sono cresciuti del 307% in una settimana (dal 2,5% al 10,2%), mentre i clic da parte di persone extra UE sono cresciuti del 627% (dallo 0,9% al 6,5%). Tra i più attivi nella ricerca di lavoro troviamo anche gli italiani, insieme a lavoratori da India, Emirati Arabi, Sudafrica, Polonia, Nigeria, Arabia Saudita e Irlanda”. E “a trainare l’aumento di domanda nel Regno Unito è certamente anche l’aumento dei salari, rendendo così il mestiere di autista molto più appetibile”.

Interessante è anche il raffronto che fa la ricerca ripresa da Uomini e Trasporti tra gli stipendi in Europa: lo stipendio medio in UK è di circa 2.000 sterline (2.321 euro), cifra più alta rispetto all’Italia (1.500 euro), alla Francia (1.925 euro), alla Spagna (1.600 euro) e alla Polonia (970 euro). Solo Paesi Bassi (2.400 euro) e Germania (2.500 euro) sembrano offrire retribuzioni più alte.

Una prima risposta dell’Italia alla crisi si autisti è stato il bonus-patenti per chi vuole diventare camionista con l’erogazione di un rimborso del 50% delle spese per il conseguimento della patente e delle abilitazioni professionali per la guida di veicoli di autotrasporto merci per conto di terzi. Il bonus è valido fino al 30 giugno 2022 ed è rivolto ai percettori del reddito di cittadinanza o di ammortizzatori, fino a 35 anni di età, che entro tre mesi dalla licenza, avranno stipulato un contratto di autotrasporto.

Per ogni approfondimento sulla questione rimandiamo chi è interessato ai reportage dello specializzato di settore “Uomini e Trasporti”.

 

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