Roma – La mancanza di conducenti di camion è sempre più un problema complesso a effetti drammatici per il rischio di paralizzare ii sistema logistico del Paese.
In Italia, secondo un’analisi di Indeed, motore di ricerca per le offerte di lavoro, a fine 2021 la richiesta è aumentata del 105% rispetto a prima della pandemia. Peggio di noi, in Europa, c’è solo l’Irlanda dove l’incremento è stato del 126%.
Tutti gli altri fanno meglio: si va dal 95% della Spagna al 73% del Regno Unito, al 67% della Germania al 45% della Francia. Il risultato è che, secondo un rapporto dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) nei prossimi cinque anni il fabbisogno di conducenti sarà di 100 mila unità.
Vero è che governi e regioni stanno cercando di dare risposte a questo preoccupante fabbisogno con iniziative per attirare i giovani verso la professione. Si tratta, tuttavia – come si osserva in Uomini e Trasporti – di misure di natura prevalentemente economica, non sempre sufficienti per superare l’ostacolo principale: l’alto costo di patente e CQC che in Italia oscilla tra i 4 e i 6 mila euro.
L’ultima iniziativa, si ricorderà, è l’istituzione, approvata a fine febbraio nel decreto «Milleproroghe», del fondo Programma patenti giovani autisti per l’autotrasporto, che sarà gestito dall’Albo degli autotrasportatori e dotato di 25 milioni di euro (3,7 per il 2022 e 5,4 per ciascuno degli anni dal 2023 al 2026) per finanziare, fino a un limite di 2.500 euro, l’80% della spesa sostenuta da giovani tra i 18 e i 35 anni e ottenere i documenti necessari alla guida di un camion.
Va detto però anche che le cause non sono solo economiche, ma anche sociali e culturali, quella del finanziamento (parziale) per il rilascio dei documenti di guida non può essere l’unica risposta.
Per questo la commissione Lavoro della Camera che ha aperto un ciclo di audizioni ascoltando operatori e rappresentanze per individuare un ventaglio di misure da adottare per risolvere con rapidità ed efficacia la questione.