Bando per il nuovo terminal di Contship: atteso ora il certificato di bonifica bellica

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LA SPEZIA – “Più pragmatismo e meno teoria”. Era questa la richiesta per il rilancio del Porto della Spezia da parte della Comunità degli operatori portuali spezzini pronti, come sempre, a collaborare in azioni mirate ed efficaci, coerenti con la storia e con le aspettative dello scalo.

E’ per questo che gli stessi operatori portuali delle Associazioni degli agenti, degli spedizionieri e dei doganalisti, hanno accolto con soddisfazione l’inizio di un cronoprogramma chiamato a segnare d’ora in avanti le fasi dello sviluppo verso il nuovo porto.

Inizio cadenzato dall’ importante passo per il potenziamento di La Spezia Container Terminal (LSCT), il Terminal Container Gateway del Gruppo Contship. Un programma sviluppato nel progetto esecutivo, suddiviso in due lotti, che hanno iniziato a scandire il tempo per i soggetti interessati che avranno tempo fino alle ore 12 del 3 settembre per presentare la candidatura all’esecuzione del progetto del nuovo Terminal Ravano (intestato a Angelo, il fondatore).

Tra ottanta giorni si saprà dunque chi avrà diritto a partecipare alla gara che, è sempre il cronoprogramma a dirlo, sarà aggiudicata entro la fine del successivo dicembre 2024.

L’ambizione è d’altronde allo zenit con i piani strategici di sviluppo con i quali il La Spezia Containers terminal (LSCT ) mira a diventare “un punto di riferimento nelle dinamiche del commercio mondiale conquistando nuove quote di traffico”.

Così  ha parlato Matthieu Gasselin (nella foto), CEO del Gruppo Contship Italia che ha aggiunto: “Parallelamente procederemo con la razionalizzazione delle aree del terminal per prepararci all’inizio del cantiere. Per rafforzare l’operatività del terminal e consentirci di gestire al meglio la crescita dei volumi in questa fase di trasformazione, abbiamo individuato nell’area del carbonile Ovest la soluzione ottimale: pensiamo a un progetto logistico da realizzare con mezzi elettrici e che avrà anche un notevole impatto sul territorio facendo da volano occupazionale”.

Ora l’attenzione si sposta sull’attesa del certificato di avvenuta bonifica bellica, “un altro step fondamentale verso la realizzazione del nostro ambizioso progetto” che rientra di diritto tra gli obiettivi raggiunti in poco più di un anno: la ripresa dei volumi e l’internalizzazione del servizio “carosello”.

La notizia della pubblicazione del bando e di tutte le implicazioni che comporta anche per il sistema portuale italiano ha avuto ampia risonanza, sia pure con toni e impostazioni diverse, (comprese quelle un pochino invidiosette o di stampo concorrenziale) soprattutto nei giornali del settore portuale-logistico , ampia risonanza perché si tratta, finalmente, dell’avvio concreto di una strategia che punta a raddoppiare non solo i volumi di traffico (da uno a  due milioni) ma anche a incrementare la già elevata quota dell’intermodalità (gomma/rotaia).

La disponibilità strutturale di un’area attrezzata come il retroporto di Santo Stefano Magra e quella provvidenziale, non scontata e recente delle aree dismesse di Enel hanno il potere di far guardare inoltre con maggiore serenità al periodo necessario per i lavori di realizzazione del nuovo Terminal Ravano  nel mantenere alta l’efficienza operativa e competitiva del porto.

 

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