LA SPEZIA – E’ stato Bruno Pisano, Presidente dell’Associazione degli Spedizionieri Marittimi, a rappresentare il sentimento e la gratitudine della comunità portuale nel momento del saluto al Presidente Giorgio Bucchioni nella Cattedrale di Cristo Re.
di Bruno Pisano
In questi giorni inevitabilmente sono riaffiorati alla mente tantissimi ricordi, momenti che hanno scandito decine di anni di relazione professionale e umana con Giorgio.
Un ricordo in particolare mi è tornato alla memoria quando, in occasione di una delle mie prime partecipazioni ad un incontro organizzato da Giorgio per riunire i vari componenti della Comunità portuale, mi presentai come un piccolo operatore che parlava in rappresentanza di altre piccole imprese.
Da quel giorno molti tra quegli operatori e quelle imprese hanno avviato percorsi più o meno brillanti ma, ripensando a cosa ha rappresentato Giorgio per la mia generazione, la sensazione che oggi come allora provo è quella del piccolo operatore portuale, perché il termine piccolo non misura le dimensioni di un’azienda o di un volume di affari, ma il confronto con lo spessore di un uomo che ha contribuito in maniera decisiva, con la sua straordinaria visione e le sue intuizioni, a trasformare il Porto della Spezia da piccolo scalo mediterraneo a pedina strategica nei complessi scenari della globalizzazione che caratterizzano il mondo del terzo millennio.
E se è vero che molte aziende del nostro territorio hanno colto le opportunità, che il mutamento degli scenari e l’evoluzione dei traffici mondiali hanno offerto, per intraprendere brillanti percorsi di crescita e successo, è un dato di fatto che Giorgio ha fatto parte di quel ristretto numero di persone che ha creato le condizioni perché quelle opportunità si presentassero.
Uomini come Giorgio, con la loro lungimiranza ed il loro coraggio visionario, hanno delineato prima di altri gli scenari che decine di anni dopo hanno caratterizzato, e caratterizzano tuttora, il mondo in cui viviamo e operiamo.
Perché a pochi uomini è riservato il dono di vedere grandi autostrade dove tutti vedono solo sentieri, Giorgio era uno di questi.
E’ stato questo il senso dell’attività imprenditoriale, prima, e di governo del nostro scalo, successivamente, che hanno caratterizzato la sua storia professionale, inizialmente ai vertici dell’Azienda Mezzi Meccanici e successivamente nel ruolo di primo Presidente della neo costituita Autorità Portuale, per proseguire alla guida di Confindustria, dell’Associazione Agenti marittimi, del Propeller, uno straordinario percorso, caratterizzato da grande dedizione e spirito di servizio, che può essere sintetizzato in una sola parola, passione.
Grazie Giorgio.
Per aver trasmesso alla mia generazione la passione che ha caratterizzato il tuo impegno, insegnandoci ad amare la nostra professione, il Porto della Spezia e quindi la nostra città, la nostra storia, la nostra cultura.
Grazie per averci insegnato a guardare lontano, per averci stimolato ad essere curiosi e ad avere una visione di ampio respiro, quando ci spiegavi, cito le tue parole, che presso quel muro che cinge il porto non finisce la città ma inizia il mondo.
Grazie per aver rappresentato la Comunità portuale da uomo verticale, retto, con onestà intellettuale e profonda convinzione nelle tue idee, senza mai deviare rispetto alla coerenza della tua linea di comportamento, sia in momenti di pace sociale che di tensione, sia quando il nostro mondo ti ha sostenuto che quando, colpevolmente, ti ha lasciato solo, senza mai un tentennamento perché la tua determinazione ti ha reso sempre il più forte tra tutti noi.
Grazie per la tua grande generosità che in ogni occasione ti ha spinto a trasmettere conoscenza, informazioni, consigli, esperienze ai tanti giovani e meno giovani che si sono affacciati nel mondo complesso della portualità. A te, padre e saggio della nostra storia e della nostra comunità, dobbiamo la crescita di tanti colleghi, donne e uomini, che oggi hanno la responsabilità di guidare aziende, associazioni e ricoprire ruoli apicali, strategici e fondamentali per il futuro del nostro porto e della nostra città.
Caro Giorgio, ci mancherà il punto di riferimento che per anni hai rappresentato, la tua porta sempre aperta, la tua grande disponibilità all’ascolto, il tuo equilibrio, la tua esperienza e la tua insostituibile capacità di mediazione che hai messo a disposizione di tutti, per risolvere tensioni che potevano minare gli equilibri del nostro porto e la sua efficienza.
Un ruolo a cui, con grande senso di responsabilità, non ti sei mai sottratto, neppure pochi giorni fa, quando l’ospite impietoso e indesiderato che minava il tuo fisico non ti dava tregua, dandoci una ulteriore, grande lezione di vita.
Ci siamo inchinati con ammirazione di fronte alla tua dignità nell’affrontare la malattia, alla tua tempra di acciaio che non ti ha fatto mancare ad un appuntamento anche quando il dolore ed i farmaci imponevano riposo e minor impegno, al tuo umorismo dissacrante con cui ti prendevi gioco della malattia a dimostrare una volta di più lo straordinario coraggio e la grande forza che non ti hanno fatto indietreggiare mai, di fronte a nulla e nessuno.
Caro Giorgio voglio salutarti per l’ultima volta con l’appellativo che, con deferenza ed amicizia, all’interno del nostro mondo eravamo soliti rivolgerti
Grazie di cuore e che la terra ti sia lieve, Re Giorgio.