Roma – E’ partendo dal dato nazionale di 652.000 incidenti sul lavoro che Bureau Veritas Italia, la multinazionale della certificazione e dei controlli, ha lanciato il suo guanto di sfida, sottolineando l’urgenza di applicare un metodo scientifico di prevenzione, basato sulla segnalazione, l’analisi e il trattamento dei near miss.
Near miss o quasi incidente è qualsiasi evento, correlato al lavoro, che avrebbe potuto causare un infortunio o un danno alla salute (malattia), la morte o un danno ambientale, che, solo per una fortunata serie di eventi, non lo ha prodotto.
E’ da considerarsi insomma un evento negativo che ha in sé la potenzialità di produrre un infortunio, un incidente ambientale o anche “solo” un danno economico significativo.
Fanno parte di tale categoria anche quegli infortuni che restano fuori dall’obbligo legislativo di registrazione, cioè quegli eventi infortunistici lievi che non portano a giorni di assenza da lavoro, oltre quello in cui si è verificato l’evento.
Perché “la segnalazione, l’analisi e il trattamento dei near miss, pur non essendo un obbligo di legge costituiscono un potente strumento a disposizione delle aziende che vogliono garantire condizioni di sicurezza – spiega Diego D’Amato, Presidente e Amministratore Delegato di Bureau Veritas Italia – e a prima vista può sembrare paradossale, ma un aumento delle segnalazioni di near miss è un segnale positivo: significa che è maturata la capacità di lettura di anomalie e comportamenti pericolosi, e quindi la cultura della sicurezza”.
“Segnalare un’anomalia, riconoscere un comportamento pericoloso o registrare un quasi infortunio, non deve comportare in alcun modo una controproducente e disincentivante «caccia al colpevole» – prosegue D’Amato – ma deve essere inteso come un atto di responsabilità finalizzato alla crescita della consapevolezza del personale e del livello di sicurezza aziendale”.
Metodi che Bureau Veritas applica da tempo all’interno della propria organizzazione, con un sistema di gestione della sicurezza certificato ai sensi della best practice internazionale ISO 45001, appuntamenti mensili dedicati alla cultura della sicurezza e 12 Safety Ambassador che testimoniano ai colleghi la cultura della prevenzione.
La logica che sottende a tutto ciò è potentissima: agire sulle cause degli infortuni prima che gli stessi si verifichino. La strada principale verso un lavoro “Zero Infortuni”.
Fonte: Seareporter.it