Cinque nuove locomotive e cento carri ferroviari di Gts Rail entreranno in servizio da maggio 2022

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Bari – Genova – Cinque locomotive 494 Alstom con ultimo miglio usciranno dallo stabilimento di Vado Ligure (ex Bombardier) e saranno in consegna a partire da maggio 2022 con relativo contratto di manutenzione per 10 anni.

Lo ha annunciato Gts Rail, l’operatore intermodale ferroviario, nell’ambito di un investimento di 30 milioni in rotabili che comprende anche 100 carri ferroviari da 90’ dalla Walbo la cui consegna inizierà dal prossimo luglio.

Il gruppo barese supera così i 130 milioni di fatturato. Ancora numeri in crescita, dunque, con il 2021 chiuso con un aumento consolidato del fatturato del 18% e 124 mila spedizioni.

Il risultato, supportato anche dall’operazione di apertura del capitale al fondo infrastrutturale Marguerite, avvenuta nel settembre 2021 per una quota del 25% (la famiglia Muciaccia 75%), è accompagnato da un aumento di capitale che consentirà investimenti per 150 milioni nei prossimi 5 anni. Inoltre, l’azienda punta alla quotazione in Borsa nel 2027.

Il gruppo lavora sempre di più all’integrazione tra ferrovia e intermodalità con un nuovo approccio alla sostenibilità. La mancanza di autisti di mezzi pesanti e l’impennata del costo del petrolio stanno spingendo sempre di più le aziende a rivedere la propria posizione logistica di lungo termine. Ed è in questo contesto che si inseriscono i due investimenti da 30 milioni.

Alessio Muciaccia, amministratore delegato di Gts dichiara: “Siamo estremamente soddisfatti dei risultati prodotti, soprattutto perché realizzati in un periodo di grande difficoltà come quello che stiamo vivendo. Il marchio Gts si sta consolidando sempre più in Italia e in Europa e speriamo che questi investimenti e quelli futuri potranno dare il nostro concreto contributo allo sviluppo ferroviario del vecchio continente. La ferrovia non solo è tornata prepotentemente di moda, ma si sta imponendo come modello di sviluppo per il prossimo futuro. Puntiamo a fare di Gts un campione del Made in Italy, e i numeri ci stanno dando ragione”.

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