Con 12,8 milioni di crocieristi, nautica e turismo marittimo in crescita il 2023 l’Italia sarà l’anno della Blue Economy

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Roma – Il 2023, per le crociere e il turismo marittimo si sta per rivelare come l’anno della Blue Economy. Ecco spiegati i motivi. Tra luci abbaglianti e ancora ombre da diradare.

Il Seatrade a Miami ha fornito li numeri di un anno record per l’Italia, leader nel Mediterraneo, che totalizzerà 12,8 milioni di passeggeri con un segno, rispetto al 2022, di +37%e anche del 2019 (+9%) e una previsione di poco meno – secondo fonte Cemar – di 5.000 toccate nave distribuite tra i 72 porti italiani interessati da questo traffico.

Sul fronte della grande nautica e soprattutto dello yachting (super e mega) l’Italia continua a vivere un boom con il Mediterraneo destinato a consolidare il suo ruolo baricentrico. Con una flotta mondiale di 5600 unità oltre i 30 metri di lunghezza, cresciuta di sei volte rispetto al 1997, in larga percentuale navigante nelle acque mediterranee, e un ulteriore exploit nelle commesse dei cantieri navali il cui portafoglio ordini oggi è pari a 668 unità (delle quali ben il 51% griffati “Made in Italy”) i territori si preparano all’accoglienza.

Non a caso il 21 aprile prossimo Federagenti, riaprirà a Porto Cervo il suo osservatorio del Forum del lusso possibile.

Il tutto all’interno di un mercato turistico che – secondo Demoskopika – viaggia a tutta velocità verso i 442 milioni di presenze attese, +12% rispetto al 2022, valore record di sempre, con una spesa turistica attesa di poco sotto ai 90 milioni di euro, resa possibile anche grazie al ruolo determinante dei collegamenti via mare con traghetti e ferries.

“Ma la scommessa non è automaticamente vinta – dice Alessandro Santi, Presidente di Federagenti- e anzi proprio adesso l’Italia del mare non può abbassare la guardia e deve essere in grado di invertire la rotta, trovando l’antidoto per le sue malattie croniche: accessibilità nautica compromessa dai mancati dragaggi dei fondali, manutenzione e infrastrutturazione di moli, regole spesso poco chiare caratterizzate da sovrapposizioni legislative e da applicazioni disomogenee”.

“Federagenti – ricorda Santi, sottolineando la presenza spesso trascurata dei componenti degli equipaggi diventati un vero asset dei territori italiani – è al lavoro da mesi sia sulla delicata questione della dichiarazione valutaria che su quella dei visti per equipaggi e lavoratori, determinanti per il blue boom italiano. Purtroppo anche qui, con discussioni che procedono al rallentatore siamo arrivati all’ultima spiaggia e le prue delle 168 navi bianche che animeranno la stagione 2023 stanno già solcando le acque nazionali”.

Fonte: Seareporter

 

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