LA SPEZIA – Ed ecco la risposta del Presidente Mario Sommariva nel libro “Dialoghi fra porti e città al tempo della globalizzazione” alla terza ed ultima domanda che è “Con quale modello di governance innovativa è possibile individuare per favorire questa transizione?”
Sulla scorta delle politiche introdotte da “Next Generation UE” i porti debbono ripensare se stessi come poli della transizione energetica, digitale e sociale “giusta”. Questi tre elementi non debbono essere mai disgiunti. Senza politiche attive del lavoro, formazione e riqualificazione che accompagnino i processi di trasformazione non si va da nessuna parte. Il primato delle persone, quale fondamento di qualunque processo di sviluppo, fosse anch’esso il più “green”, non deve mai essere dimenticato. Serve dunque una “governance” che sia in grado di tenere insieme questi tre elementi.
L’organizzazione delle Adsp dovrebbe rispecchiare, nei quadri interni e nelle piante organiche, queste priorità. Gli altri elementi di una nuova governance innovativa sono la collaborazione istituzionale e la partecipazione dei cittadini. Forse, specie in territori molto ampi, sarebbe utile ripristinare forme più strette di partecipazione dei Comuni ai processi decisionali delle Autorità di sistema portuale.
Non serve in ogni modo l’autoreferenzialità, specie se si pensa a produrre innovazione nel campo energetico, nel campo tecnologico e nel campo sociale.
Serve poi un’ampia partecipazione dei cittadini, possibile oggi e facilitata dagli strumenti “social”.
Se i porti, per motivi di security e doganali, non possono essere fisicamente “aperti”, dovrebbero diventarli nel mondo virtuale, sviluppando un dialogo intenso con la cittadinanza, anche allo scopo di fare comprendere il senso del lavoro che si svolge e tutte le iniziative volte alla sostenibilità ambientale. Fare un passaggio da“port community manager” (nel migliore dei casi) a “port city manager” ovvero il gestore dei fenomeni e delle problematiche di una città portuale.
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