Curiosità sulla tradizione del varo della nave e le sue diverse tipologie

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LA SPEZIA – Per definizione, il varo è il momento in cui una nave in costruzione entra in contatto con l’acqua per la prima volta. A seconda del tipo di imbarcazione ne esistono diversi metodi.

Il varo avviene all’interno del cantiere navale ed è spesso accompagnato da una cerimonia al cospetto di una madrina che infrange una bottiglia di champagne sulla prua. La madrina è un personaggio più o meno noto (come accadde con Sophia Loren al varo della MSC Bellissima) ed è chiamata in questo modo dato che spesso è lei ad assegnare il nome alla nave.

Le tipologie di varo sono ben quattro ed ogni una di esse viene eseguita a seconda della dimensione della nave e delle condizioni morfologiche del cantiere.

Il primo e forse quello più utilizzato e denominato “varo scivolato di poppa” in cui la grossa imbarcazione poggiata su uno scalo inclinato viene fatta scivolare tramite l’ausilio di slitte. La scivolata avviene nel momento esatto in cui la bottiglia della cerimonia si rompe sullo scafo, scivolata che può essere sia libera che controllata, per evitare collisioni indesiderate o che vada troppo al largo.

Il secondo metodo, chiamato “varo scivolato laterale”, viene messo in pratica quando il cantiere si trova sulla riva di un fiume o di un lago e le dimensioni della nave sono relativamente contenute.

Un ulteriore metodo, il “varo per galleggiamento in bacino”, o varo tecnico, viene utilizzato allagando completamente il bacino in cui la nave risiede, consentendole di galleggiare; questo metodo è riservato solo a poche navi di notevoli dimensioni e avviene in grossi plessi cantieristici.

La quarta ed ultima “inaugurazione” è detta “varo carrellato da pontone” in cui la nave, costruita nel cantiere in posizione livellata, al momento del varo viene trasferita su un pontone galleggiante ancorato al molo del cantiere stesso utilizzando dei carrelli semoventi. Il pontone viene poi lentamente affondato facendo in modo che la nave prenda a galleggiare.

Essendo, quest’ultimo, il meno utilizzato data la difficoltà di realizzazione dei carrelli semoventi, viene riservato a navi specifiche, come le lanciamissili Andrea Doria e Caio Duilio.

Non tutti i cantieri seguono esclusivamente uno dei quattro modus operandi; esistono casi isolati in cui vengono usati due metodologie differenti, come il caso della portaerei Cavour in cui il troncone di poppa è stato varato tramite l’ausilio della tecnica della scivolata nel cantiere Riva Trigoso di Genova e successivamente trasferita al Muggiano della Spezia per l’unione con il troncone di prora in cui è stata varata per intero con l’affondamento del bacino galleggiante.

Quella del varo è una tradizione antica in cui i marinai benedicevano la propria nave, dandole un nome, essendo la loro vita legata ad essa. Oggi il significato è mutato profondamente ed è spesso tradotto in un’ occasione per mostrare al mondo, specialmente per le grosse navi da crociera, il nuovo prodotto della compagnia di navigazione. Può capitare, talvolta, che la bottiglia di champagne non si rompa, sinonimo di malaugurio per gli uomini del mare.

Destino vuole che fu proprio durante il varo della Costa Concordia che la bottiglia non si ruppe e sappiamo tutti come andò a finire.

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