Roma – Secondo i dati di Clia, l’Associazione Internazionale delle Compagnie crocieristiche, la propensione a prenotare una crociera è addirittura superiore ai livelli pre Covid.
E’ un sospiro di sollievo questo per l’importanza che ha il turismo crocieristico. Basti pensare che nel mondo nel 2020 le crociere avevano registrato un calo di 5,8 milioni di crocieristi, pari a -81%.
Meno -81% di imbarchi passeggeri nel 2020 rispetto all’anno record 2019 ha comportato un calo di 576.000 posti di lavoro supportati dalle crociere (-51%) e un decremento del contributo economico totale del settore del 59%, quantificato in 63,4 miliardi di dollari americani.
Tra gli elementi analizzati, il valore del turismo crocieristico, sulla base della spesa nelle destinazioni di chi sceglie di viaggiare in crociera: per ogni 24 turisti si crea un lavoro a tempo pieno; ciascun passeggero spende una media pari a 750 dollari americani nelle città di scalo nel corso di una crociera della durata di una settimana; 6 turisti su 10 affermano di essere tornati in una città che avevano precedentemente visitato facendo tappa durante un soggiorno in crociera.
Clia ha anche evidenziato che quasi l’80% dei crocieristi si candida a essere un repeater. La stessa percentuale di prima della pandemia.
E queste infine le previsioni: il volume dei passeggeri supererà i livelli del 2019 entro la fine del 2023.