Dopo il porto di Livorno e Psa di Genova la tensione sindacale coinvolge anche il porto di Trieste

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Trieste – Alle agitazioni nei porti di Livorno e del Psa a Genova sale la tensione anche a Trieste dopo la decisione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale di annullare il protocollo d’intesa firmato a luglio 2020 che riconosce il Comitato Lavoratori Portuali di Trieste (Clpt) come organizzazione sindacale.

 

L’Autorità portuale giustifica l’annullamento del protocollo per lo sciopero del 15 ottobre 2021 contro l’obbligo del Green Pass, cui inizialmente il Clpt aveva aderito, per poi dissociarsi. L’Autorità sostiene che lo sciopero e le sue modalità di comunicazione hanno violato il contratto nazionale dei porti.

Per l’Autorità portuale “non sono stati rispettati gli obblighi di comunicare alle imprese portuali l’intenzione di avviare uno sciopero con un preavviso minimo di dieci giorni con l’indicazione della motivazione, della data, della durata e dell’orario di astensione dal lavoro; di avere riguardo, nell’effettuazione dello sciopero, alla integrità e alla sicurezza dei lavoratori, dell’utenza, degli impianti e dei mezzi nonché di assicurare, mediante appositi accordi tra azienda-autorità portuale e Rsa, la presenza del personale necessario, tra l’altro, a garantire la sicurezza degli impianti e la tutela del patrimonio aziendale. Tali violazioni costituiscono un mancato rispetto del Protocollo d’Intesa sottoscritto il 27 luglio 2020 da Clpt, che comporta l’immediata decadenza dell’accordo”.

Per il  Clpt “il comitato esiste non perché ha firmato un protocollo che è stata solo l’Autorità portuale a non rispettare. Continuerà a esistere e operare finché saranno i lavoratori a volerlo”.

Fonte: Trasporto Europa

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