Economia del Mare, focus sul diritto marittimo: la parola ad avvocati e broker assicurativi

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Milano – Al secondo appuntamento del Ciclo di Incontri organizzati dal Centro Studi Borgogna e dal Vinacci Think Tank sull’Economia del Mare sono stati analizzati gli aspetti di diritto marittimo e commerciale, presenti avvocati marittimisti e broker assicurativi.

L’iniziativa, partita da Genova il 4 novembre  vuole fare il punto sull’Economia del Mare, settore di rilevanza strategica per il nostro Paese che ha importanti potenzialità di crescita e sviluppo.

Lo scopo di questi tre incontri sviluppati tra Genova, Milano e Roma – ha spiegato Fabrizio Ventimiglia, avvocato penalista e presidente Csb – è non solo di riflettere sulle tematiche legate al settore dell’economia del mare, ma anche di farsi carico delle criticità di questo settore e portare possibili soluzioni e proposte alle istituzioni».

«L’economia del mare – per Giancarlo Vinacci, senior advisor del Comune di Genova e founder del Vinacci Think Tank – è qualcosa di più di tre città, è qualcosa che ha una rilevanza nazionale”.

Secondo Maurizio Maresca, professore ordinario di diritto internazionale e comunitario all’università di Udine “serve un Ministero che coordini le autorità portuali, oggi divise e in contrasto tra loro, in vista delle nuove infrastrutture che sono in fase di creazione e per poter investire maggiormente sul commercio marittimo italiano”.

Presente tra i relatori anche Fabiola Mascardi, advisor Gruppo Grendi e Board Member Enav, intervenuta presentando il Progetto Bruco, piano di sviluppo logistico portuale del Nord Italia, dichiarando: «Il progetto vuole rispondere all’evoluzione tecnologica, aumentando l’efficienza dei porti italiani che oggi non sono adatti per competere a livello internazionale”.

Secondo Mauro Iguera, amministratore delegato di Cambiaso Risso Marine spa infine: “Il bilancio dopo questi due anni di pandemia, permette di rilevare come nel settore dell’assicurazione marittima l’Europa abbia consolidato il proprio ruolo a livello mondiale, e di come l’Italia abbia ampie opportunità di crescita. La città di Genova, infatti, non ha perso occupazione, ma ha mantenuto stabili o in lieve crescita le proprie percentuali”.

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