Genova dal richiamo al realismo e alla responsabilità del ministro Cingolano alla visita domani di Draghi

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Genova – Dalla doccia fredda di ieri servita con positivo realismo dal Ministro Roberto Cingolani all’attesa dell’arrivo del Presidente del consiglio Mario Draghi: questo l’inizio di una Genova che torna centrale come modello di efficienza collaudato dopo la tragedia del ponte Morandi.

Ma partiamo dalla cruda realtà e quindi al senso di responsabilità alla quale ha richiamato il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ieri a Genova per partecipare  all’evento “Italiadomani. Dialoghi sul Pnrr”. “L’aumento del costo dell’energia rischia di avere un importo totale, l’anno prossimo, superiore all’intero pacchetto del Pnrr. Quindi, non è che il Pnrr ci ha messo al sicuro da tutto” per cui “ci vuole un grande senso di  responsabilità perché la vera sfida è fare  una transizione giusta, non fare una transizione e basta”.

Per questo ha aggiunto Cingolani “E’ tempo di spegnere ogni approccio ideologico. Non abbiamo un piano B e  sono chiarissimi i rischi: se andremo al 2050 con un aumento di due gradi medi di riscaldamento, avremo i mari che sovrasteranno le città di costa, non avremo acqua dolce. Non è che il Pnrr ci ha messo al sicuro da tutto. Di fronte a una catastrofe prevista di questo genere, dobbiamo renderci conto che ce la faremo di sicuro, ma non veniamo con le ricette di Wikipedia, che è tutto pronto, si fa in un attimo: non è così. Nessuno ha la palla di vetro, le migliori menti del pianeta stanno cercando di fare un piano e devono avere l’umiltà di adattarlo, in tempo reale, alle novità che escono fuori. Non ci sono soluzioni pronte, immediate, uniche e uguali per tutti”.

“Sostenibilità sociale e sostenibilità ambientale devono essere in qualche modo rese conciliabili, coesistenti. Se fosse stato facile, l’avremmo già fatto. Chi vuole vedere solo una delle due continuerà a vedere solo una delle due, ma noi andiamo avanti perché dobbiamo pensare che la sostenibilità è un concetto globale: è società, lavoratori, famiglie, imprese, ambiente, economia, ecosistema. Le due cose devono essere tenute compatibili”

E ancora: “Tutta la partita della transizione ecologica si gioca sui tempi: qualunque misura troppo rapida rischia di creare problemi alla società, ai lavoratori, alle classi più vulnerabili, alle piccole e medie imprese. D’altro canto, qualunque transizione troppo lenta rischia di creare dei problemi irreversibili per le generazioni future e per noi stessi nei prossimi 20-30 anni dal punto di vista ambientale. Ci vuole chiarezza, ci vuole trasparenza, onestà intellettuale. Quindi è normale che bisogna, in tempo reale, vedere tutto quello che c’è da fare. Questa è una affermazione di buonsenso e di buona volontà”.

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