Gli Oceani e i Mari sono incredibilmente i grandi dimenticati dai vertici sul clima, fino a Glasgow: un paradosso al quale si chiede di porre rimedio al più presto

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CINQUE TERRE – E’ quantomeno singolare, per usare un eufemismo, che gli Oceani e i Mari in particolare, a cominciare dal Mediterraneo non abbiamo mai avuto l’attenzione che invece si imporrebbe nei vertici sul clima, neppure, si pensi, in quello di Glasgow.

Un’assenza che ha dell’incredibile e che, fortunatamente, sono in molti a reclamare e a candidare già ai prossimi vertici. Eppure  per esempio le posidonie hanno una capacità rigenerativa dell’ambiente che ha pochi pari. Eppure, altro esempio, le foreste marine, al pari di quelle terrestri, sono tra gli habitat più produttivi del Mediterraneo, per restare al mondo più vicino a noi, che concorrono alla ricchezza di biodiversità e supportano importanti catene trofiche.

E si sa che la loro riduzione o scomparsa, dovuta ad impatti antropici e cambiamenti climatici, comporta una perdita critica dei servizi eco sistemici associati. Già si è mossa l’Unesco ma sono diversi i segnali in questa direzione. Come quello del Roc Pop Life. Che oggi spieghiamo di che si tratta.

Roc Pop Life (Restoration Of Cystoseira POPulation) è il progetto europeo di restaurazione marina tramite macro alghe del genere Cystoseira. Una collaborazione che, nata nel 2017, giunta in questo mese di dicembre alle fasi conclusive, coinvolge l’Università di Trieste, capofila del progetto e l’Università di Genova, quattro aree marine protette: Cinque Terre, Portofino, Miramare e Strunjan e mira al ripristino di foreste marine, di Cystoseira, efficaci nel combattere l’inquinamento.

Grazie al contributo di donatori quali l’Area Marina Protetta di Strugnano e quella di Portofino, esemplari di Cystoseira sono stati reintrodotti con successo nelle acque dell’Area Marina di Miramare e delle Cinque Terre. Per saperne di più è possibile visitare il sito dedicato.

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