I costruttori di Ance La Spezia propongono un dibattito sulle necessità infrastrutturali della provincia

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LA SPEZIA – Confindustria ha presentato nei mesi scorsi un documento sulle necessità infrastrutturali della provincia, illustrato da Ance La Spezia in uno speciale della rivista AEdificando e pubblicato anche sui social.

Le proposte confindustriali si fondano su due presupposti, che rappresentano anche due fondamentali necessità:  quella di una visione d’insieme e non circoscritta alle singole amministrazioni comunali, e quella, ancora più importante, che un ammodernamento infrastrutturale è indispensabile per lo sviluppo sociale dell’intero comprensorio  spezzino.

Le difficoltà di accesso alla città capoluogo che si riscontrano in queste settimane a seguito dei necessari interventi di messa in sicurezza del raccordo autostradale Santo Stefano – La Spezia, sono l’evidenza della fondatezza della posizione di Confindustria La Spezia.

Infatti, i rallentamenti che si registrano sul raccordo autostradale hanno ripercussioni su tutta la viabilità sia statale che provinciale che collega la Spezia alla Val di Magra e alla Val di Vara.

Riguardo alle proposte, il sistema confindustriale è stato “accusato” di volere cementificare il territorio.

Nulla di più infondato.

La sensibilità ambientale è patrimonio comune.

Tutti, imprenditori compresi, sanno perfettamente che l’ammodernamento e l’adeguamento del territorio alle mutate esigenze della collettività deve essere effettuato tenendo ben presenti le implicazioni ambientali. Tuttavia, partendo dalla considerazione che ancora per i prossimi anni il trasporto su gomma sarà insostituibile, è necessario tenere conto dell’inquinamento che si genera dai rallentamenti dei flussi di traffico veicolare o, peggio, dal suo blocco.

Dichiara Alberto Bacigalupi, Presidente ANCE La Spezia: “È chiaro quindi che, con le nostre proposte, non ci siamo limitati alla mera visione imprenditoriale, pur partendo dai danni e dalle maggiorazioni di costo che queste difficoltà generano nel mondo produttivo.

La nostra provincia nel prossimo decennio ha dei margini di crescita economica, sociale e culturale notevolissimi, che potranno creare quel contesto favorevole affinché i nostri giovani non accusino la necessità di abbandonare la provincia e, anzi, di trovare in essa una realtà in cui venire a vivere e a lavorare.

Siamo fortemente convinti che si debba aprire un dibattito serio sul tema.

Un dibattito nel quale tutti gli attori coinvolti, noi per primi, dovranno possedere una visione prospettica e d’insieme nell’affrontare le sfide che ci attendono, sulla base di un confronto svincolato da condizionamenti ideologici o basato su slogan.

Noi ci siamo. Siamo pronti a confrontarci e a fornire il nostro contributo di idee e di esperienza”.

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