LA SPEZIA – L’incontro di martedì 12 luglio con il comandante logistico della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe Abbamonte (nella foto), “non ha avuto elementi di novità rispetto alle esigenze”.
Il giudizio secco è delle organizzazioni sindacali che annunciano iniziative per accendere un faro sul destino della base navale spezzina. Nella plancia di questa offensiva ci sono i responsabili delle segreterie territoriali di FP CGIL (Emanuele Bernardini), CISL FP (Carlo Pietrelli), UIL PA (Andrea Canali) e FLP DIFESA (Christian Palladino).
Se la parola chiave è agonia, il punto centrale resta la carenza di personale. Bastano i dati forniti dai sindacati per rendersi conto dello stato di sostanziale abbandono dell’Arsenale.
“A seconda delle situazioni l’ammanco va dal 40% al 50%. Il solo Arsenale, a fronte di una tabella organica prevista di 873 civili, conterebbe oggi solo 494 effettivi, di cui 199 andranno in pensione al 2024. Le assunzioni promesse non hanno ancora visto l’avvio delle procedure necessarie e sono lontane dall’essere effettuate. Nel frattempo una terza parola chiave, accanto a agonia e all’organico ridotto a metà, c’è il depauperamento qualitativo.
“Si sono disperse svariate professionalità, il che sta causando il progressivo blocco di alcune attività lavorative svolte storicamente. Il cosiddetto Piano Brin, che ha portato ad avviare alcuni investimenti manutentivi sta avendo un epilogo amaro: la nuova officina polifunzionale che si stava realizzando attraverso opere di ristrutturazione ha subito una brusca interruzione dei lavori a causa di motivazioni a noi non note e ad oggi non è prevista la ripresa”.
E ancora: “In merito alla ventilata prospettiva di creare un sistema di Difesa Europeo, nel quale La Spezia possa svolgere un ruolo centrale, vista la presenza sul territorio di un intero circuito industriale militare sia pubblico che privato. “Destinata a tramontare. Questo perché manca una progettualità di ampio respiro, che consentirebbe invece la creazione di un Polo Industriale fondamentale per il tessuto economico del territorio ed un tassello importante nel circuito Nazionale della Difesa”.
Che fare? Le segreterie territoriali organizzeranno intanto un attivo dei delegati RSU e annunciano di volersi attivare in ogni sede attraverso azioni sindacali dedicate.
E promettono: “Non permetteremo mai la privatizzazione della nostra Base a costo di scendere in piazza con tutti i lavoratori! Rivolgiamo un appello alle istituzioni locali e ai politici del territorio che ricoprono ruoli di rilievo a livello nazionale, affinché la situazione spezzina venga celermente affrontata con la dovuta attenzione e con la massima urgenza”.
“Chiediamo quindi a tutti i sindaci del territorio spezzino e della Lunigiana, al presidente della Provincia Peracchini, al presidente Toti, ai sottosegretari alla Difesa Mulè e Pucciarelli, al presidente della 4^ Commissione Difesa al Senato Pinotti, ma anche al sottosegretario Andrea Costa, ai parlamentari spezzini e liguri, e al Ministro del Lavoro Andrea Orlando, di ascoltarci e possibilmente avviare con noi un confronto serio e immediato sul futuro di questa importante realtà economica spezzina”.