Il Direttore di Assiterminal Alessandro Ferrari: “Non esistono più neanche le mezze stagioni!”

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Roma – “Prendiamo spunto dalle parole dell’amico Alessandro Santi, Presidente di Federagenti, per sottolineare con forza l’esigenza di concretizzare velocemente i presupposti per portare a termine i progetti normativi che questo Governo ha avviato e su cui necessitiamo, tutti, di avere garanzie per perdere meno tempo possibile con i nuovi prossimi interlocutori istituzionali, all’avvio della prossima stagione di legislatura”.

A scriverlo è Alessandro Ferrari, Direttore di Assiterminal, che analizza la situazione di transito che stiamo vivendo in attesa delle elezioni e del passaggio di consegne dall’attuale al nuovo Parlamento e dall’attuale al nuovo governo del Paese. Queste le sue considerazioni che pubblichiamo per esteso sollecitando, chi lo volesse, di intervenire.

Facciamo solo alcuni esempi. Ci sono opere che impattano direttamente sui porti e sulla loro capacità connettiva per la cui realizzazione si devono finalizzare i progetti e avviare i bandi: casi simili alle vicende di Venezia e Genova, solo per citare i più eclatanti, non si devono ripetere.

Necessitiamo di un’accelerazione nella semplificazione di procedure, processi, sui dragaggi, digitalizzazione, intermodalità per avere contezza della sostenibilità dei nostri business, della competitività delle nostre aziende (e del sistema portuale – logistico italiano).

Gli strumenti per agevolare questi percorsi devono essere uniformi e semplificati:

  • il dragaggio deve intendersi come un’attività funzionale alla manutenzione ordinaria
  • si deve attribuire sostanza alla parola “interoperabilità“, uscendo da logiche locali e mettendo davvero in rete tutti gli attori istituzionali e non, nella gestione dei dati condivisibili
  • è necessario mettere in atto presupposti misurabili incentivanti per agire sulle tariffe del traporto ferroviario, dell’utilizzo delle infrastrutture e su target di volumi incrementali
  • la sostenibilità energetica deve essere oggetto anche di potenziali partnership tra pubblico e privato sia per adeguare l’operatività delle banchine sia per essere attrattivi e competitivi verso i clienti dello shipping, con costi e nei tempi adeguati
  • si deve accompagnare la ripresa dei traffici passeggeri con misure di riequilibrio economico finanziario efficaci e esigibili

Abbiamo necessità di vedere finalmente operativo un regolamento sulle concessioni che sia coerente con le innovazioni che scaturiranno dal decreto legge concorrenza, rafforzando l’attività di coordinamento e vigilanza della Direzione Generale del Ministero: è doverosa una regia dello Stato nella valutazione complessiva di affidamento delle concessioni di infrastrutture strategiche del Paese.

Il dialogo istituzionalizzato con gli operatori industriali, che sono i veri volani della produttività dei porti e dell’indotto da essi generato deve tornare al centro degli organismi locali e centrali della governance dei porti.

Ci si deve adoperare perché il fondo per il prepensionamento dei lavoratori delle imprese portuali avvii il suo  iter formale sulla base della proposta di decreto ministeriale presentata alle associazioni datoriali e sindacali che sottoscrivono il CCNL dei lavoratori dei porti: ci sarà, poi, tempo e modo di affinarne criteri e perimetri; così come si deve lavorare sinergicamente per un nuovo progetto nazionale che sviluppi una maggiore consapevolezza sulla formazione, la sicurezza, la riqualificazione del personale operativo e l’individuazione di processi per l’inserimento di nuove figure professionali, noi ci stiamo provando!

Si devono valutare adeguate misure di regolazione del mercato valorizzando le capacità di investimento e di integrazione di ciascuno a parità di regole del gioco.

Abbiamo e avremo bisogno di interlocutori preparati (come alcuni con cui abbiamo “navigato” sino ad oggi si sono dimostrati e auspichiamo possano proseguire in questo percorso) con deleghe effettive e in grado di fare sintesi insieme alle strutture ministeriali che guideranno questi processi: il tempo è poco, e che si guardi dal mare o da terra, da Chigi o da Porta Pia solo competenze, visione e capacità di esecuzione potranno essere i requisiti minimi di un’azione efficace. Il cosiddetto cluster c’era e c’è pronto a dare una mano, a correggere la rotta senza alibi e a prescindere dalle sigle che lo contraddistinguono.

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