Genova – Ambrogio Beccaria è pronto anzi “non vede l’ora” di testare in mare la sua “Alla grande”, il Class40 che lo accompagnerà nell’Atlantico nella Route du Rhum, in condizioni atmosferiche proibitive.
Nell’attesa dell’impresa che dovrebbe iniziare a novembre abbiamo pensato di andare a curiosare tra gli elementi che hanno prodotto questa barca dall’anima italiana dietro la quale ci sono passione e tecnologia, unite ad un indiscusso talento.
Ebbene – si è convenuto – durante una regata, la sicurezza di una barca può essere inversamente proporzionale alla sua capacità di performare: si fa a gara per essere il più leggeri possibile, e una struttura troppo ingombrante può essere un peso. In certe traversate sicurezza vuol dire, ad esempio, protezione dello skipper, e “Alla grande” è la barca che ha il roof più grande di tutta la flotta che parteciperà alla traversata oceanica.
“La nostra idea è che uno skipper asciutto sia uno skipper felice, quindi abbiamo insistito sulla protezione”, ha chiosato il velista.
Ma sicurezza è anche controllo della barca e affidabilità della struttura. In questo caso la barca vuole essere una di quelle che dà il meglio di sé con vento forte, mantenendo costantemente la prua molto fuori dall’acqua. Ma non solo, anche i timoni incidono: più sono lunghi e più c’è controllo, e “Alla grande” anche in questo caso ha i timoni – con una linea ad ala di gabbiano – più lunghi della flotta, sempre per massimizzare il controllo, a costo di pagare qualcosa con la resistenza che faranno in gara.
Quindi va bene azzardare e andare forte, ma serve accettare tutti i compromessi necessari per garantire la sicurezza dello skipper. Anche perché magari si trovano altri punti su cui osare. Ambrogio Beccaria lo sa e ha insistito sul bompresso, che ha voluto mobile, orientabile, come le barche d’una volta.
In questa avventura è stata Mapei, la società di Milano diventata multinazionale, la chiave di volta di questo sogno, nel quale è entrato uno sponsor del calibro della Pirelli.