LA SPEZIA – La soddisfazione della parte imprenditoriale privata (Lsct-Contship) ha fatto eco, nella presentazione dell’accordo sul porto del futuro, a quella della parte pubblica espressa dal Presidente dell’Autorità Portuale Mario Sommariva e dal Comandante della Capitaneria di Porto Capitano di Vascello Alessandro Ducci.
di Enzo Millepiedi
La conferenza è stata aperta dall’intervento del Presidente Mario Sommariva che, dopo aver ringraziato tutti coloro che nei diversi ruoli hanno reso possibile questo risultato, ha rilevato come questo accordo dia una prospettiva certa a quello che sarà il porto del futuro sia sotto il profilo degli investimenti e del cronoprogramma, sotto quello della ricchezza prodotta e sotto il profilo del lavoro in tutti i suoi aspetti. Non solo cioè come numero di nuovi assunti ma anche come qualità delle figure professionali, che si stanno già preparando, chiamate ad operare in una struttura che sarà semiautomatizzata.
L’accordo con Lsct – ha spiegato inoltre – consente di vedere ora il Porto della Spezia nel suo insieme in attuazione del Piano Regolatore Portuale del 2006.
Ecco il senso della svolta storica dal punto di vista pubblico. E ha elencato, il presidente – tutta una serie di interventi che accadranno: il rilascio di Calata Paita, le gare a inizio settembre per l’elettrificazione delle banchine con i tempi che sono previsti dal Pnrr, cioè prima del 2026, precisando che il molo del terminal passeggeri nascerà già elettrificato, la sistemazione definitiva del ricollocamento delle imbarcazioni del Canaletto che con il suo bagaglio di cento anni di storia ha ora davanti altri cento anni di futuro.
Ed è da qui che Sommariva ha colto al balzo l’occasione per coniare: “Parlare del futuro al futuro”.
Di pagina importante scritta oggi per il futuro grazie a una grande ed encomiabile capacità progettuale ha parlato il Comandante della Capitaneria di Porto (CV) Alessandro Ducci nel fare i complimenti a tutti i protagonisti di questa giornata che ha come base un importante investimento privato che si accolla un’opera pubblica.