Sharm el-Sheikh – Dalla Conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici, in corso fino al 18 novembre a Sharm el-Sheikh, le organizzazioni Onu, gli armatori e i sindacati, lanciano, come abbiamo già avuto modo di rilevare, un nuovo Piano di azione ed un monito: “il trasporto marittimo non si potrà de carbonizzare senza i suoi lavoratori”.
Quale è lo scopo? Migliorare le competenze della gente di mare come strategia per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che l’industria marittima si è posta.
Anche perché il piano risponde ai risultati di una nuova ricerca, in base alla quale fino a 800.000 marittimi richiederanno una formazione aggiuntiva entro la metà degli anni ’30.
Attualmente, rappresentando il 3% delle emissioni globali, il trasporto marittimo deve passare dai carburanti convenzionali a carburanti e tecnologie alternativi a basse e zero emissioni di carbonio per raggiungere l’obiettivo mondiale di mantenere il riscaldamento globale a 1,5°C o meno entro il 2050.
IE sono gli scenari di riduzione delle emissioni valutati nella ricerca che evidenziano la necessità immediata di iniziare a mettere in atto l’infrastruttura per la formazione, per garantire che centinaia di migliaia dei quasi due milioni di marittimi nel mondo siano qualificati e potenziati durante la transizione.