Bruxelles – L’ Associazione internazionale dell’autotrasporto (IRU) rileva nell’ultimo rapporto sulla carenza di autisti che in Europa nel 2021 ne sono mancati 425.000 e prevede che già entro la fine di quest’anno la carenza si accentuerà (+14%).
Diversi sono i fattori che, secondo l’associazione, causano questo fenomeno. Da una parte c’è l’aumento della domanda di trasporto a cui corrisponde una difficoltà enorme di trovare personale, dall’altra la rigidità del ricambio generazionale, con un’ampia quota di autisti che vanno in pensione che non sono stati sostituiti da un numero sufficiente di nuovi (giovani) autisti. L’aumento dei salari che ha avuto luogo nel 2021 in alcuni paesi europei, come ad esempio nel Regno Unito, non sembra essere stata una misura efficace per migliorare la situazione e attrarre un maggior numero di conducenti. Questa è la dimostrazione – spiega il rapporto – che la scarsa attrattività della professione non è (solo) una questione di stipendi, ma piuttosto delle difficili condizioni di lavoro.
Dal rapporto emerge che la situazione più difficile in Europa è quella del Regno Unito dove la Brexit ha colpito duramente un settore nel quale resta scoperta la domanda di100.000 autisti. Anche la Germania la mancanza di autisti è stata stimata tra 57.000 e 80.000 unità e 80.000 pure in Polonia.
E in Italia? Nel nostro Paese i numeri sono più bassi: mancherebbero all’appello 20.000 autisti, cioè come in Spagna e poco meno della Francia che è a quota 34.000.
Il rapporto dedica anche un paragrafo all’impiego della forza lavoro femminile sottolineando come la quota di donne autiste in Europa sia ancora molto bassa (3%) e non è migliorata negli ultimi tre anni. La Lituania ha la più bassa rappresentanza femminile (0,5%), mentre l’Italia (6,3%) e la Norvegia (5,1%) hanno i valori più alti.
Fonte: Uomini e Trasporti