La plastica dal boom all’utilizzo sostenibile: in mostra i progetti e i sistemi di pulizia degli oceani e dei fiumi

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Weil am Rhein (Baden Wurttemberg-Germania) – Si parla, fortunatamente sempre di più, della pulizia degli Oceani e delle acque in generale che, come abbiamo scritto più volte, è stata paradossalmente rimasta sotto traccia nelle strategie mondiali della transizione ambientale.

Se ne tornerà a parlare anche mostra “Plastic: Remaking Our World”, in programma al Vitra Design Museum di Weil am Rhein dal 26 marzo al 4 settembre 2022, che intende ripercorrere il viaggio fantastico della plastica nei decenni, dal boom iniziale alla perdita dell’appeal utopico, fino alle più attuali soluzioni di utilizzo sostenibile. Inclusi i progetti sperimentali di produzione di bio-plastiche a partire dalle alghe o di pulizia degli oceani e dei corsi d’acqua, in cui gli scarti si accumulano dando vita a vere e proprie isole dalle superfici spropositate.

E’ Liguria Nautica a ricordare questo importante appuntamento in Germania premettendo che “la plastica, multiforme materiale sintetico, a partire dalla sua invenzione nel Novecento ha dato forma e espressione a gran parte del nostro mondo fisico. Imballaggi, abiti sportivi, arredi, mezzi di trasporto, elementi architettonici sono solo alcuni dei tantissimi esempi applicativi dei materiali plastici, inizialmente rivoluzionari, poi sempre più sofisticati, oggi molto spesso simbolo della sovra-produzione consumistica ma soprattutto delle drammatiche conseguenze dell’inquinamento ambientale”!.

E che “per i visitatori della mostra ci sarà anche l’occasione di conoscere The Ocean Clean UpEverwave e The great bubble barrier, tre esempi di ricerca applicata all’ambiente marino e fluviale”.

The Ocean Clean Up è un’organizzazione no-profit per lo sviluppo di tecnologie per la rimozione dei rifiuti plastici galleggianti sugli oceani, la cui prima speranza è quella che il suo impegno un giorno possa diventare superfluo.

Il metodo sfrutta barriere artificiali trainate da imbarcazioni, capaci, grazie anche a modelli computazionali predittivi, di individuare la posizione, raccogliere e concentrare gli scarti, che in tal modo possono essere portati a terra e smaltiti.

La startup tedesca Everwave si focalizza, invece, sul recupero della plastica abbandonata nei fiumi, mediante speciali piattaforme e imbarcazioni, guidate all’obbiettivo da droni e da sensori, in grado, durante la raccolta, di individuare anche l’esatta composizione dei rifiuti.

Le bolle d’aria, infine, sono la soluzione del progetto olandese The Great Bubble Barrier per recuperare gli scarti plastici nei fiumi. Sparate da un tubo di pvc perforato lungo tutta la sua lunghezza, posato trasversalmente sul fondo di un corso d’acqua, riescono a portare in superficie la spazzatura e ad incanalarla in speciali darsene artificiali.

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