Il Festival della Diplomazia ha fatto tappa a Palazzo Marina dove il 15 ottobre la storica biblioteca ha ospitato l’incontro “La sfida sottomarina per le infrastrutture digitali nel Mediterraneo”, organizzato con la Marina Militare e moderato da Francesco Bechis, giornalista di Formiche.
Premessa. Il 97% del traffico internet e 10 miliardi di dollari di transazioni finanziarie giornaliere passano attraverso cavi sottomarini, per un totale di 1,2 milioni di chilometri di lunghezza. Questi dati dimostrano quanto le infrastrutture digitali sottomarine costituiscano una competizione geopolitica fondamentale per gli Stati.
Per cui. “I cavi sottomarini sono la nuova frontiera della sicurezza globale – ha detto il prof. Maurizio Mensi, direttore esecutivo del Centro MENA-OCSE, che ha introdotto il panel – Con questo tema entrano in gioco molteplici implicazioni tra loro collegate: dalla libertà di informazione alla sicurezza di internet, dalla sovranità nazionale allo sviluppo ecologico, dalla protezione delle infrastrutture critiche al rapporto tra settore pubblico e operatori privati”.
“Si parla tanto di sovranità digitale europea, per questo dobbiamo tenere presente che i cavi sottomarini sono strategici: allearsi con un Paese o con un altro non è la stessa cosa – ha sottolineato Arturo Varvelli, dell’European Council of Foreign Relations (ECFR) – Si teme tanto il 5G, ma i cavi sottomarini pongono gli stessi quesiti, ad esempio in merito alla sicurezza dei dati. Non possiamo lasciare questo settore esclusivamente in mano alle aziende. L’Unione europea deve spiegarci come i vari attori devono occuparsi di questo settore”.
Il contrammiraglio Andrea Petroni, capo reparto sommergibili, ha illustrato la strategia della Marina Militare nell’ambito dell’underwater: “I sottomarini di nuova generazione cambiano radicalmente l’approccio a questo mondo. Oggi, e in prospettiva, il sottomarino è parte di un sistema più ampio, di contrasto a nuovi tipi di minacce, anche quelle verso interessi energetici e commerciali sui fondali marini. In estrema sintesi, i nuovi mezzi rappresenteranno una sorta di centrale operativa subacquea in grado di sorvegliare e, all’occorrenza, proteggere gli interessi della Nazione, sopra e sotto la superficie del mare. Tutto ciò mantenendo la sua più importante caratteristica e punto di forza: l’invisibilità”.
Diego Ciulli, Head of Government Affairs and Public Policy di Google Italia, si è soffermato sull’accordo per la costruzione di un cavo sottomarino nel Mediterraneo con Telecom Sparkle: “Per noi di Google Itala è un punto di gioia e orgoglio il fatto che il cavo passi per l’Italia. La strategia dell’azienda è quella di affiancare cavi pubblici a cavi privati per aumentare la resilienza del sistema complessivo. Google ha 18 investimenti in cavi sottomarini in tutto il mondo”.
Lo stesso tema è stato toccato anche da Giuseppe Valentino di Telecom Italia Sparkle: “Il bisogno di connettività è crescente in maniera esponenziale. Questa crescita riguarda tutto il mondo, ci sono mercati più maturi e altri emergenti, che sono proprio quelli in cui la crescita è maggiore”.
“Il progetto Google-Sparkle sottolinea il fatto che il Mediterraneo mantenga la sua centralità – ha concluso Francesco Zampieri, docente all’Istituto di Studi Militari Marittimi di Venezia – Da quest’incontro è venuto fuori che alle minacce e conflitti tradizionali si è sostituita una costante competizione dai contorni sfumati una sorta di “aria grigia” di difficile lettura e gestione. Queste strutture sottomarine sono potenziali bersagli voluti o casuali. Per questo la presenza della Marine Militare e in particolare delle componenti subacquee è strategica”.
(Sintesi da Eloisa Covelli su Marina Militare)