LA SPEZIA – La terza Tavola rotonda del convegno su “La Spezia e il Porto: non solo buona economia e occupazione ma l’orgoglio di una comunità che guarda al mondo da protagonista” è stata suddivisa in due focus: città-porto e formazione.
di Enzo Millepiedi
Nel primo panel sono intervenuti Daniele Ciulli Direttore Generale Spezia & Carrara Cruise Terminal, Andrea Corradino Presidente Fondazione Carispezia e Mario Gerini Presidente di Confindustria La Spezia; nel secondo Simone Lazzini Vice Presidente Promostudi, Pier Gino Scardigli Presidente Scuola Nazionale Trasporti e Logistica e Roberto Guido Sgherri Presidente Fondazione ITS La Spezia. Le conclusioni sono state affidate a Giovanni Pettorino Consulente per la portualità del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini.
Diciamo subito che il Direttore Generale Spezia & Carrara Cruise Terminal Daniele Ciulli ha colto l’occasione per comunicare in diretta anteprima l’avvio dell’iter del bando per la realizzazione nel Molo Garibaldi della base per la costruzione della nuova stazione crocieristica del Porto della Spezia che sarà realizzazione con investimenti pubblico-privati con un investimento di 90 milioni di euro. L’intervento sul Molo Garibaldi sarà sostenuto dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, quello per il nuovo terminal dalla società che dirige, la Spezia & Carrara Cruise Terminal, costituita nel 2019 dalle tre maggiori compagnie, la Royal Caribbean Cruise Line, la MSC Crociere e la Costa Crociere-Carnival Group che hanno scommesso sullo sviluppo di questa funzione del Porto della Spezia.
Così dagli attuali 1.500 metri quadrati del terminal si passerà, nell’arco dei prossimi cinque anni, ai 15mila metri quadrati della nuova stazione marittima che sarà servita da 260 parcheggi. Anche per questa funzione portuale l’obiettivo è quello di raggiungere la sostenibilità economica, ambientale e sociale, con l’auspicio che si arrivi al più presto alla elettrificazione delle banchine, anche se va tenuto presente che le navi che via via scaleranno il nostro porto sono navi sempre più ambientali quanto a riduzione sempre più marcata della riduzione al minimo delle emissioni.
In questo anno di ripresa e di rinascita – ha proseguito Daniele Ciulli – il terminal che, anche nel 2021 è riuscito a mantenere un movimento congruo di passeggeri e navi nonostante le restrizioni per il Covid19, conta di iniziare il conto alla rovescia per tornare all’attività pre pandemica forte del fatto che il Golfo della Spezia si conferma attraente non solo come scalo per le mete del Centro Italia ma soprattutto perché risultano sempre più attrattive le località del nostro immediato comprensorio, a cominciare dalla città per comprendere le Cinque Terre, Lerici e Portovenere, oltreché la Valle del Magra. Lo dicono i dati laddove confermano che il 60 per cento dei passeggeri in uscita libera si ferma da noi, elemento rilevante per la nostra economia, per la quale va considerato anche l’apporto dei componenti degli equipaggi che trascorrono la franchigia proprio nella città.
Andrea Corradino, Presidente della Fondazione Carispezia, ha esordito “correggendo” con l’inserimento, a suo modo di vedere, di un accento in più il titolo dato al Convegno: non La Spezia e il suo Porto ma La Spezia è il suo Porto (applausi in sala) rifacendosi al filmato proiettato poco prima che “abbraccia tutte le realtà del Golfo”, sintesi di un orgoglio che oggi dovremmo avere a livello di comunità. Orgoglio – ha proseguito – per essere stati precursori dell’innovazione, consapevoli di aver raggiunto il top dell’efficienza sia nella movimentazione delle merci sia nelle crociere, con la portualità che dovrebbe rappresentare un esempio di sviluppo. E si badi bene non solo per il lavoro ma soprattutto per le professionalità che si sono sapute costruire e che richiamano concetti che qui si sono realizzati: eccellenze, talenti e fantasia. Come dimostrato nel processo di riconversione delle attività del Golfo dopo le demolizioni navali.
Bastano due passaggi storici – per Corradino – per capire un risultato che ha dello straordinario: nel 1640 Il Senato di Genova deliberò di interrare il Golfo della Spezia per farne un granaio, ciò non avvenne ma è avvenuto invece che gli armatori genovesi sono venuti alla Spezia rendendo il nostro porto quello che è oggi, un modello. E con l’innovazione sono cresciute le competenze garantite da scuole di alta formazione come la Scuola Nazionale Trasporti e Logistica. il Cisita e da qualche anno l’Università e l’Istituto Tecnico Superiore.
C’è la consapevolezza di tutto ciò?- si è domandato subito dopo Mario Gerini, Presidente di Confindustria La Spezia, che si è risposto così: “Spero di sì”, prima di passare ad elencare tutta la serie di interventi programmati per migliorare il rapporto fisico tra il porto e la città, ricordando il bando per la realizzazione delle strutture mobili, il potenziamento dei binari che saranno ricollocati con i treni che si muoveranno all’interno di un tunnel che coprirà tutto il tratto ferroviario.
I rumori saranno attenuati al massimo anche grazie all’ampliamento delle fascia di rispetto. Migliorerà il rapporto tra città e porto la cabina elettrica per fornire energia alle navi in sosta e ha rilevato l’importanza dell’investimento pubblico-privato per la realizzazione del molo funzionale al nuovo terminal per le crociere.
E’ un porto – ha concluso – che si è sempre distinto in Italia per la sua intelligenza e per la sua concorde capacità nei processi innovativi, ieri come oggi, e che oltre a occupare il top delle classifiche per l’efficienza data dal rapporto tra contenitori movimentati e metri quadrati di banchine guida la classifica della movimentazione su rotaia delle merci che è arrivata, dato eccezionale in Italia, al 35 per cento e che punta decisa ad arrivare al 50 per cento nel rapporto ferrovia-gomma.
(6 – continua)