La Spezia Green: un sistema di progetti per un porto auto produttore di energia elettrica e idrogeno

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LA SPEZIA – Il segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale (Porto della Spezia e Marina di Carrara), come si è visto, ha disegnato la cornice nella quale si muovono i progetti del Green Port, basandosi su elettricità e idrogeno.

 

Progetti che poi, nel dettaglio ha, illustrato l’ingegner Davide Vetrala di Adsp durante la terza giornata del convegno “La Spezia Green” alla Beghi, progetti che si intersecano e si incastrano con quelli del Comune della Spezia e della Regione Liguria per migliorare a tutto tondo non solo la qualità del mare ma anche quella dell’aria e dell’acustica.

L’ingegner Davide Vetrala è stato peraltro puntuale nel presentare sia i progetti d’insieme dell’Autorità Portuale  sia i singoli cantierabili interventi illustrati con slide chiare, immediatamente percettibili e messe a confronto, quando utile, con realizzazioni simili adottate in altre città e in altre nazioni.

E a proposito di qualità dell’aria, ha suscitato interesse e curiosità per esempio la possibilità di utilizzare una chiatta capace di risucchiare le emissioni delle navi prima che escano e si disperdano in atmosfera. Operazione che funziona con la chiatta che si affianca, sottobordo, alla nave ormeggiata ad un molo del porto, e che dotata di un braccio estensibile, lo eleva fino al fumaiolo e preleva appunto le emissioni evitando che si disperdano nell’aria.

Con questo sistema mobile e di agevole applicazione si arriva ad aspirare – ha detto Vetrale – fino al 95% dell’anidride solforosa e del particolato e il  60% degli ossidi di azoto. Quando la nave lascia l’ormeggio la chiatta si stacca con il suo carico di polveri inerti, che, trattati come rifiuto speciale, sono avviate come tali allo smaltimento. Si tratta di un progetto per il quale è stato chiesto un finanziamento al Ministero della transizione ecologica da 11,980 milioni di euro.

Vetrala ha poi parlato di un sistema sperimentato in alcuni porti degli Stati Uniti, come per esempio il grande hub di Los Angeles, che ha il pregio di poter essere associato ad altre tecnologie come il cold ironing, cioè l’elettrificazione del moli. Si tratta del “Mets, Maritime emissions treatment system che non richiede modifiche alle navi e non necessita di depurazione”.
In questo caso per adottarlo nei porti della Spezia e anche di Marina di Carrara si attende l’esito del bando Green Ports di agosto per il quale il Mets è uno dei nove progetti presentati dall’Autorità portuale con largo anticipo peraltro sulla data di scadenza.
 
“Certo  – ha chiosato Vetrala – la nostra è una delle oltre cento proposte arrivate al Ministero della transizione ecologica. Abbiamo chiesto fondi per 60 milioni e ad oggi sappiamo che, dopo la fase preliminare, ce ne saranno affidati quantomeno 22”.
 
Ma si pensa anche sia una somma che potrà diventare ancor più consistente in base alle valutazioni di tutti i progetti da parte del Ministero della transizione ecologica.

E il responsabile della progettazione dell’Autorità è arrivato così al focus della progettazione in corsa per le risorse del bando green che è il progetto della copertura della nuova stazione della Spezia Marittima.

Progetto che si configura come una balena di acciaio e vetro ricoperta di pannelli fotovoltaici per 40mila metri quadrati, simile alla stazione Porta Susa di Torino. Gli effetti sull’ambiente, una volta realizzata, sarebbero consistenti: avrebbe funzioni fonoassorbenti con l’abbattimento delle emissioni acustiche di 3-6 dB  e potrebbe produrre fino 6 MW di energia elettrica da immettere in rete o usare direttamente per il porto.

La stazione marittima sarebbe così funzionale al porto che entro il 2024 conta di far formare e transitare 24mila treni l’anno nel suo processo intermodale di trasferimento di quote sempre più consistente di container dai camion alla ferrovia. Il porto della Spezia insieme a quello di Trieste guida già la classifica nazionale delle merci trasferite su rotaia, oltre il 30 per cento, e ha come suo obiettivo quello di arrivare al 50 per cento, quando si arriverà a movimentare i container previsti dai programmi del La Spezia Container Terminal (Lsct-Contship).

C’è inoltre il progetto della costruzione di una stazione di distribuzione di energia elettrica ad alta tensione con un investimento di 13,750 milioni utilizzando l’area degli Stagnoni acquisita a dicembre 2020 dal Demanio Marittimo, con una linea interrata in modo da abbattere le dispersioni attuali, per avere la disponibilità di 80MW quantificato come fabbisogno di uno porto sempre più elettrico. E ha precisato Vetrala che gli 80 MW saranno distribuiti, equamente: 40 MW alla attività commerciale e 40 MW alla attività crocieristica.

Scendendo ancor più negli interventi particolari Vetrala ha dato il senso di un complesso di progetti che si occupano di grandi realizzazioni ma anche di realizzazioni di completamento di una visione complessivamente green.

Come quelle per le quali sono stati chiesti al ministero 4,9 milioni per coprire di pannelli fotovoltaici gli edifici portuali; 2,6 milioni di euro per acquistare dei generatori ad idrogeno e sostituire quelli a diesel e 2,55 milioni per sostituire con impianti a led le torri faro del porto (una parte dei quali destinati a Marina di Carrara).

Da non trascurare il progetto di realizzare un impianto di produzione di idrogeno per veicoli terrestri (1,985 milioni) direttamente dentro il porto, usando l’idrolisi e l’energia solare.

Che risponde al progetto di acquisto di almeno un minivan ad idrogeno, insieme a sette veicoli elettrici (329mila euro) per gli spostamenti delle persone:  “Molti terminal nel mondo ad oggi spingono già per convertire i propri mezzi alla trazione elettrica o all’idrogeno”.

E anche le prime gru ruotate elettriche iniziano a comparire sui moli nei porti più attenti al green, per cui appare congrua la richiesta di 1,359 milioni avanzata per costruire una rete di colonnine ricarica non solo per autoveicoli.

Non è stata trascurato infine l’efficientamento delle sedi dell’Autorità (per un investimento di 400mila euro) alla Spezia e a Marina di Carrara da dotare di un nuovo impianto di condizionamento.

Ora non resta che attendere l’approvazi0ne dei progetti per i quali si dovrebbe avere il responso entro per passare alla progettazione esecutiva nel 2022  e iniziare la corsa contro il tempo che impone di completarli  entro il 2026.

Come si vede la programmazione si basa su due capisaldi: elettrico e idrogeno concepiti in un sistema il più possibile di economia circolare. E che potrà far aumentare la fascia di rispetto, sul fronte cittadino, di dieci metri.

Nella foto: la chiatta che risucchia le emissioni delle navi prima che si disperdano in atmosfera

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