La Spezia: nel porto ci saranno forse meno gruisti, ma più figure professionali per i processi di automazione

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LA SPEZIA –  “Nel porto del futuro forse ci saranno meno gruisti, ma più tecnici, manutentori e figure professionali in grado di occuparsi e gestire i processi di automazione dello scalo”.

E’ stato commentando i contenuti – e il mezzo milione di investimento destinato a formare le professionalità attuali – del nuovo piano dell’organico del porto della Spezia, nel contesto anche degli ampliamenti delle banchine sul Terzo bacino a opera del La Spezia Container Terminal, che il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale Mario Sommariva ha spiegato che “l’idea che si sta prospettando è un terminal semi automatizzato, con gru controllate da remoto”. E che dunque nel porto spezzino del futuro forse ci saranno meno gruisti, ma più tecnici, manutentori e figure professionali in grado di occuparsi e gestire i processi di automazione dello scalo”

Con la ovvia conseguenza che “saranno richieste figure professionali dedicate alla manutenzione e alla gestione dell’impianto. Figure tecniche, manutentori, più che gruisti”.
Una buona notizia è che “la crisi da pandemia non ha fatto perdere posti di lavoro e si ricomincia ad assumere”.

Oltre alla transizione ecologica e digitale, all’ampliamento delle banchine commerciali, anche la realizzazione del nuovo terminal crociere potrebbe per il Presidente “generare occupazione importante, di tipo stagionale, per i servizi accessori legati al flusso dei passeggeri”.

Il Porto della Spezia anche sotto il punto di vista dell’occupazione è stato ed è uno dei pilastri portanti dell’economia spezzina. Stando agli ultimi dati sono infatti 1.600 gli occupati nelle imprese marittime che, nell’insieme dell’indotto, arrivano a oltre diecimila.

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