“Le imprese di FederlegnoArredo devono riconoscere l’aumento dell’inflazione dell’8,7% a una manodopera qualificata”

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LA SPEZIA – E’ evidente che la consistenza di un settore strategico come legno e arredi, a cominciare dalla nautica, abbia fatto scegliere tra le sette piazze dello sciopero nazionale (200mila lavoratori) contro Federlegno.

Come si è visto la manifestazione, indetta da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil è partita da Piazza Europa per terminare simbolicamente di fronte alla sede di Confindustria contestando FederlegnoArredo che ha chiesto il blocco del contratto per un anno, negando miglioramenti su orario, diritti e tutele.

Di contro i sindacati – Gianni Carassale, Fillea Cgil, Davide Grazia, Filca Cisl e Riccardo Badi, Feneal Uil – chiedono  subito aumenti retributivi per tutelare il potere di acquisto e combattere l’incremento di prezzi e bollette, meno ore di lavoro a pari retribuzione; più formazione per operai e impiegati.

Rilevando peraltro che negli ultimi anni il settore ha realizzato fatturati da capogiro e continua ad ottenere risultati economici molto positivi, eppure  FederlegnoArredo non vuole riconfermare il modello contrattuale consolidato dal 2016, che ha firmato e che permette di recuperare l’inflazione reale. Ogni lavoratore perderebbe in media 130 euro al mese di aumento per la mancata rivalutazione del 2022.

Andrea Tafaria, segretario generale ligure di Filca Cisl ha concluso: “Le imprese devono riconoscere l’aumento dell’inflazione dell’8,7% per il 2022, è giusto e corretto dare questo riconoscimento alle lavoratrici e ai lavoratori: stiamo parlando di manodopera qualificata che ha contribuito alla crescita del settore in questi anni lavorando anche più del dovuto”.

Nella foto la manifestazione di protesta da CittàdellaSpezia

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