Luigi Merlo occorre rendere subito spendibili i 253 milioni che il Pnrr assegna alla digitalizzazione del sistema portuale e logistico

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Genova – L’obiettivo del convegno sulla attuazione della Piattaforma Logistica Nazionale e l’interoperabilità tra i sistemi informativi era di analizzare la transizione digitale della filiera Trasporto, Logistica e Shipping, attraverso esempi e tecnologie.

di Enzo Millepiedi

Ci riferiamo al convegno che, al Palazzo della Meridiana di Genova, ha visto una significativa e autorevole – proprio sulla base di esempi e esperienze concreti – presenza della portualità e della logistica della Spezia nel processo di rilancio di questa Piattaforma da parte della Logistic Digital Community, la prima comunità virtuale, costituita nel capoluogo ligure nell’ottobre del 2021, su iniziativa di Federlogistica e di ConftrasportoConfcommercio.

I lavori, aperti da Luigi Merlo, Presidente nazionale di Federlogistica e a seguire, sul progetto di digitalizzazione, da Davide Falteri, Vicepresidente nazionale di Federlogistica e Presidente di Federlogistica Liguria, si sono svolti presenti il Sindaco di Genova, Marco Bucci, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale di Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, Mario Sommariva, il Segretario Generale di Fise Uniport, Paolo Ferrandino e  Sebastiano Ferrara della Digital Transformation (Agenzia delle Dogane).

E si sono concentrati soprattutto sulle opportunità di finanziamento per le aziende per la digitalizzazione nella logistica.

Luigi Merlo ha elencato queste tre priorità:

1 – la rapida definizione dei bandi per la cybersecurity nel sistema logistico e nei porti;

2 – un’azione congiunta per rendere spendibili quei 253 milioni che il Pnrr assegna alla digitalizzazione del sistema portuale e logistico e dei quali non si ancora utilizzato nulla, per evitare tra l’altro che in fase di riassegnazione dei fondi del Piano rischino di essere ridimensionati;

3 – ragionare in modo innovativo per colmare il vuoto di idee sulla digitalizzazione appunto, anche sfruttando le capacità di coordinamento sulla internet subacquea e sulla formazione e infine agire sul governo italiano per il recepimento, anch’esso rapido, della direttiva Nis 2 sulla cyber e spingere molte Autorità di Sistema Portuale a dotarsi di Port Community Systems.

Per Davide Falteri, vicepresidente di Federlogistica, vanno intanto evitati progetti fini a se stessi e che non portano alla valorizzazione del processo e dei contributi pubblici investiti, aggiungendo che il vero limite è “l’interoperabilità dei sistemi informativi. Se vogliamo aprire il mercato a Paesi diversi bisogna prima lavorare bene alla digitalizzazione per la quale i livelli di coinvolgimento sono le istituzioni, le associazioni, le imprese e i lavoratori.

Questo in sintesi il messaggio dei due interventi: va pianificata e realizzata una Piattaforma logistica nazionale che sia in grado di trovare nella digitalizzazione i metodi per incrementare l’efficienza del sistema logistico e portuale nazionale, e per garantirgli i livelli di sicurezza oggi non sufficienti per fronteggiare i rischi alla cyber security,  un aspetto questoper il quale Luigi Merlo si sta battendo da tempo.

Il problema oggi è di dare una vera scossa  a quanti, pubblici e privati,  interagiscono sulla filiera logistica, per superare l’inerzia di un sistema, che salvo alcune aree –  Genova e La Spezia – non è riuscito a compiere il salto di qualità.

Per Paolo Signorini, Presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale,  “il motivo per cui negli ultimi 20 anni non si siano fatti passi avanti significativi sta nel fatto che in Italia devi integrare il potere autoritativo con il mercato. “In Italia serve un modello di ‘PCS as a service’, come a Rotterdam, creando un incentivo a cooperare fra stakeholder su storage, sicurezza, analisi su una mole enorme di dati per questioni di sicurezza e per valore commerciale”.

Mario Sommariva, Presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Orientale indicato, come esempio fallimentare, la piattaforma Uirnet nonostante la destinazione di cospicui finanziamenti.

Mario Sommariva ha rivelato la ribellione di Trieste alla direttiva ministeriale che imponeva di confluire nel cloud dell’allora Piattaforma Logistica Nazionale che, parole sue, avrebbe comportato errori inenarrabili. E mentre ciò era accaduto a Trieste, La Spezia era riuscita a parare i danni annunciati non rifiutandola ma mantenendo nel contemopo la proprietà del sistema digitale. In questo modo ha attuato la migrazione dei dati solo a metà, e, come dire, salvandosi in corner.

Alla Spezia e a Marina di Carrara – ha proseguito Sommariva – funziona lo Sportello unico dei controlli alle merci (Sudoco) che ha solo un rischio: quello di avere il coordinamento delle Dogane anche per il resto dei controlli da parte di Usmaf, fitopatologo, veterinario, perché,. ha spiegato, in un sistema che funziona, tutto il processo di verifiche è dentro il sistema delle Dogane.

Facendo una rapida panoramica il Presidente Mario Sommariva ha infine aggiornato sulla situazione attuale cioè sul fatto che  “oggi 7.8 porti in Italia hanno un Pcs funzionante e che quindi ne mancano dai 4 ai 5.

(1 – continua)

 

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