Mario Sommariva su Ship Mag: “Con la pandemia stiamo vivendo una tempesta perfetta e ci sono tre fattori che rischiano di produrre fenomeni di difficile soluzione”.

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Roma – Ship Mag, che ha organizzato la riuscitissima giornata, di partecipazione e di contenuti, in ricordo di Francesco Nerli, ha rilanciato i passaggi chiave dell’intervento di Mario Sommariva, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mari Ligure Orientale. Crediamo opportuno riprendere l’intervento nella sintesi proposta da Ship Mag anche in video per chi avesse intenzione di visionarla.

“Francesco Nerli sintetizzava così la sua riforma dei porti: abbiamo immaginato le Autorità portuali rigide e rigorose come il pubblico, flessibili e dinamiche come il privato. E proprio in questa doppia anima e identità delle Autorità portuali c’è la chiave di una parola che oggi è diventata di moda: resilienza, cioè la capacità di essere soggetti di governo, promozione, sviluppo e mediazione sociale. Capacità che era il tratto vero e distintivo di quella riforma che ha resistito finora. Ora, avremmo bisogno di lui per la sua lungimiranza e autorevolezza per capire alcuni fenomeni che stiamo vivendo e che sono di difficile comprensione e soluzione”.

Mario Sommariva, amico di Francesco Nerli e profondo conoscitore del mondo portuale, prima dai vertici del sindacato della Filt-Cgil, poi da segretario generale dei porti di Bari e Trieste, oggi da presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Mar Ligure Orientale (Porti della Spezia e di Marina di Carrara), è entrato nel vivo dei problemi che tengono in ostaggio la portualità italiana, in occasione della giornata commemorativa di Francesco Nerli  “padre nobile” della legge di riforma 84/94, quella che ha permesso l’ingresso ai privati sulle banchine e ha istituito le Autorità portuali.

“Con la pandemia, stiamo vivendo una tempesta perfetta – ha dichiarato Mario Sommariva -. Ci sono tre fenomeni che si intrecciano e rischiano di produrre fenomeni di difficile soluzione”.

Il primo: “L’assetto oligopolistico del mercato, i noli che sono schizzati alle stelle, l’irregolarità nei viaggi, la congestione, l’integrazione orizzontale e verticale dei settori”.

Il secondo: “Il disagio sociale profondo che si sta scaricando nei porti è frutto di diseguaglianze sempre più marcate che s’iniziano a vivere nel mondo portuale con un profondo malessere a causa della distanza fra gli immensi guadagni delle compagnie container e il livello dei salari. Un tema che è evidente e che oggi si sta scaricando sui green pass, quasi che i porti fossero diventati una palestra di spinte eversive. E’ riemerso il conflitto sociale, c’è una crisi profonda dei sindacati confederali, vi sono le spinte all’autoproduzione. Un problema che rischia seriamente di esplodere come testimoniano alcuni recenti episodi”.

Il terzo: “L’incertezza amministrativa che colpisce proprio le creature di Francesco, cioè le attuali Autorità di Sistema Portuale rispetto al tema dell’Europa e della tassazione dei canoni. E’ a rischio la natura stessa delle Autorità portuali, ci sarebbe bisogno di una reazione forte che oggi purtroppo non c’è. Per questo motivo, avremmo bisogno di lui perché il cluster marittimo non è stato mai così diviso: in passato, i successi si sono realizzati quando il cluster ha avuto un’identità e una visione comune. Oggi, non ci sono ed è grave..

E questa la sua conclusione: “Il decreto Concorrenza non affronta nessuno dei temi di cui ho parlato come l’integrazione orizzontale e verticale del lavoro, il recupero salariale e le regole nei porti. Il problema però è che se si rompe la pace sociale si può mettere in crisi l’intera filiera. L’attenzione deve essere massima. Una via d’uscita c’è, la lezione di Nerli: il compromesso di tenere insieme il rigore del pubblico e il dinamismo del privato che sono l’identità profonda delle Autorità portuali della legge di riforma 84/94” .

 

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