Roma . «La consapevolezza ormai condivisa a tutti i livelli che la cessione della ex Oto Melara e Wass sia a tutti gli effetti non un’operazione di mercato ma di sistema è motivo di sollievo”.
A fare questa dichiarazione è un politico ben informato trattandosi di Giorgio Mulè sottosegretario alla Difesa che spiega: “Si tratta di creare l’embrione di un progetto di sistema-Paese legato a prospettive di politica industriale e di difesa in grado di proiettare l’Italia su scenari europei ed extra Ue in maniera da farne un campione internazionale”.
“In questa partita – prosegue la nota – le eccellenze industriali italiane sono chiamate a esprimere ed essere parte di uno sforzo di visione condiviso con il governo attraverso anche l’attivazione di tutte le leve, come ad esempio quelle di Cassa depositi e Prestiti, in grado di dare un impulso strategico a questo polo. Mantenere la sovranità tecnologica nel campo della difesa all’interno dei confini è imperativo che obbedisce alle necessità che l’Italia oggi ha rispetto ai partner europei e internazionali anche in ambito Nato. È il momento adesso di fare sintesi di questa opportunità con il coraggio che certamente non mancherà al governo in carica”.
E BJ Liguria da Genova prosegue con queste ricostruzioni: “Giorni fa la Repubblica ha pubblicato la notizia secondo cui il consorzio franco-tedesco Knds ha presentato a Leonardo un’offerta per acquistare Oto Melara e Wass. Oto Melara è la storica società produttrice di cannoni e mezzi corazzati, mentre Wass, l’ex Whitehead, costruisce siluri e droni subacquei. Nell’offerta è stato inserito non solo il mantenimento della piena occupazione, ma anche l’ingresso in Italia del progetto per il nuovo carro armato lanciato da Macron e Merkel, l’euro-tank Mgcs che vorrebbe diventare il protagonista di un mercato da oltre undici miliardi di euro. La questione è al centro di discussioni riservate nelle cancellerie e il presidente francese ne avrebbe già parlato al premier Draghi e potrebbe tornare ad affrontare l’argomento nell’incontro di oggi a Parigi”.
E ancora: “Secondo voci riportate dall’agenzia Reuters, l‘iniziativa franco-tedesca farebbe diretta concorrenza a quella di Fincantieri. Mentre Leonardo non ritiene le due società più strategiche perché vuole concentrare gli investimenti sull’elettronica, Fincantieri le reputerebbe fondamentali. Oto Melara produce il cannone più diffuso sulle navi da guerra di tutto il mondo: il 76/62 acquistato dalle flotte di 53 Paesi. Wass si occupa di siluri, contromisure per la guerra sottomarina e droni subacquei, una produzione che andrebbe a integrare la crescita del gruppo triestino nel settore navale militare”