Gianluca Lioni, sardo di Sassari e innamorato della splendida Maddalena e del suo affascinante arcipelago, con la vicina isola di Caprera che nel 1856 divenne dimora di Giuseppe Garibaldi, dopo “I grandi discorsi che hanno cambiato la storia” scritto con Michele Fina per Newton Compton, 2017, è tornato in libreria con “La processione dei fantasmi”, ovvero “La prima indagine del maresciallo Tanchis”.
E’ un giallo. Un romanzo giallo ambientato nei secondi anni Sessanta dell’800, che si dipana e si contamina nelle comuni virtù e nei comuni vizi, raccontati in punta di penna, di un piccolo mondo isolano dove vive o sopravvive un amalgama vario e assortito di pescatori napoletani, scalpellini liguri e militari piemontesi, stretti tra gli interessi del giovane Regno d’Italia e le antiche credenze.
Ed è proprio una di queste leggende – la visione di una macabra processione di fantasmi, la Réula, che secondo una credenza popolare sarebbe presagio di sventure, a fare da movente innaturale alle due morti naturali di due fratelli che, si scoprirà, erano dediti, nel sommerso, a loschi e pericolosi maneggi, a cominciare dall’usura.
“Morti naturali”, dunque, che non valgono un’indagine addirittura per omicidio. Non la pensano così però un capitano inglese arrivato a stabilirsi alla Maddalena dopo aver navigato sui mari del mondo, e il parroco energico ma anche anticonformista del villaggio. E’ questo combinato disposto di personaggi volutamente agli antipodi che finiscono che incontrarsi e che, grazie alla curiosità ragionata, si arriva non solo a sollevare (sollevare, non squarciare) i tanti e, per certi aspetti divertenti, veli sul perbenismo ambiguo del paesano del “so ma non dico, ma dico …”
Come si sa, sono i dettagli, in un giallo, quel filo sottile che consente, in un gioco di osservazioni perspicaci, ad anticipare la soluzione del rebus. E così è anche in “Processione dei fantasmi”. Ma l’abilità di Gianluca Lioni si spinge al punto, tra un colpo di scena ad un altro, in un racconto godibile, a sviare a tal punto sui tanti sospettati (in base ai classici “cui prodest” e al “cui bono”) e a condurti finalmente all’epilogo in tinte drammatiche ma fortunosamente non tragiche, inserendo in questo l’intervento provvidenziale dell’Eroe dei due Mondi negli ultimissimi anelli della catena chiusa infine dal maresciallo Tanchis, proprio come quelli di un tempo tratteggiati da Mario Soldati, e dai suoi carabinieri. Lo scoop finale sarà tutto da scoprire forse proprio per la serpeggiante banalità del male.
Ma nel libro di Gianluca Lioni, che, giornalista, nella sua attività professionale è portavoce del Ministro dei Beni culturali e del Turismo, si trova molto di più di un giallo. Si trova nel romanzo la passione per la storia popolare, il contributo d’amore alla conoscenza non superficiale, da over turismo purtroppo, de La Maddalena, si vive la quotidianità di un Giuseppe Garibaldi inedito nella sua Caprera, dove effettivamente, come raccontato, arriva a trovarlo – è il 1864 – l’anarchico Bakunin. E si trova infine uno spaccato di quell’Italia sorniona che fa dire, al mezzo consiglio municipale di notabili locali, dediti nottetempo al contrabbando nelle Bocche di Bonifacio, che “la Corsica è vicina, Torino lontana”.
Ne parlerò con l’autore sabato 16 ottobre dalle 18,30, in Sala Dante alla Spezia, all’appuntamento con Libriamoci.