Oltre alle polizze per rischi di guerra restano i rischi dovuti agli ostacoli nelle spedizioni e alla congestione dei porti

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Monaco – Abbiamo già visto che, come ha spiegato Justus Heinrich, Global Product Leader, Marine Hull, AGCS a commento del Report Allianz, il settore assicurativo vedrà probabilmente un certo numero di richieste di risarcimento nell’ambito delle polizze rischio guerra.

Richieste da parte di navi danneggiate o perse a causa di mine marine, attacchi missilistici e bombardamenti nelle zone di conflitto.

Gli assicuratori inoltre potrebbero anche ricevere richieste di risarcimento nell’ambito di polizze marine con estensione al rischio guerra per navi e carichi bloccati o intrappolati nei porti e nelle acque costiere ucraine.

Ma intanto allargando lo sguardo non accennano ad attenuarsi (anche se qualche timido spiraglio si apre per Shanghai) gli ostacoli nelle spedizioni e congestione dei porti. Le misure dovute al Covid-19 in Cina, un’impennata della domanda dei consumatori e l’invasione dell’Ucraina sono stati tutti fattori di una congestione dei porti senza precedenti che mette gli equipaggi, i gestori dei porti e le strutture sotto una ulteriore pressione.

Per cui è ancora Justus Heinrich a osservare che “caricare e scaricare le navi è un’operazione particolarmente rischiosa, per la quale anche piccoli errori possono avere grandi conseguenze. I porti per container sono sempre più affollati e hanno poco spazio, mentre la manodopera esperta necessaria per gestire correttamente i container scarseggia. Se si aggiungono i tempi di rotazione veloci, il risultato può essere un ambiente a rischio elevato”.

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