Genova – “Ci aspettavamo una crescita a doppia cifra − ha spiegato al Salone di Genova Stefano Pagani Isnardi, direttore dell’Ufficio studi di Confindustria Nautica − avevamo dato delle indicazioni di un range tra una crescita tra il 15 e il 20% e abbiamo raggiunto il 20%”.
È stata una crescita molto rapida dovuta anche al fatto che il post pandemia ha attirato tantissime persone che magari non andavano in barca da tempo o che non avevano mai pensato di andarci. Il Covid ha creato nuove dinamiche nelle persone che si avvicinano al settore: sono più giovani, più attente all’innovazione, più attente alla sostenibilità e questo è un bene per l’industria che si sta rinnovando.
“Sarà ora − aggiunge Pagani Isnardi − compito delle aziende riuscire a mantenerle nel settore perché abbiamo un indotto importantissimo col turismo nautico in Italia. Abbiamo dei moltiplicatori che superano il 9 per gli addetti e il 7,5 per il reddito, per cui significa che1 euro investito nella cantieristica ne genera altri 7,5 e 1 addetto nuovo nella cantieristica ne genera oltre 9 nella filiera, quindi è un comparto che tira, che va avanti bene e adesso c’è la necessità di continuare nella fiducia, non soltanto per la nautica di lusso”.
La nautica dei superyacht ha ordini che vanno a dai due ai quattro anni e “per cui vedremo − ha chiosato Pagani Isnardi − se questi saloni autunnali daranno conforto anche alle aziende meno strutturate che si occupano di piccola nautica, quelle destinate alla classe media, che chiaramente dopo una crescita fortissima che c’è stata negli ultimi anni, riuscirà a mantenere la fiducia dei propri acquirenti dei propri clienti”.
Anche per qui le dinamiche di vendita sono totalmente diverse: ci sono i rivenditori (dealer) che devono decidere ora gli stock per la prossima stagione per cui “speriamo che ci sia una fiducia anche in questo settore e che ci permetta di avere eh una crescita forte ma ben coordinata anche per le prossime stagioni”.