Perché la notizia della demolizione del Destriero ha l’effetto del pugno allo stomaco

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LE GRAZIE – “La notizia della demolizione del Destriero ha l’effetto del pugno allo stomaco per chi, come noi, si è adoperato per custodire e divulgare la memoria dell’impresa industriale e sportiva attraverso una mostra e due video con le testimonianze dei protagonisti (grazie all’assist di Fondazione Fincantieri).”

Questa la reazione-commento arrivata dal Museo della Memoria delle Grazie, fondato da Corrado Ricci, che ricorda: “La beffa è doppia al pensiero dell’idea lanciata dal prefetto Maria Luisa Inversini, due settimane fa,  al recente convegno sul Made in Italy: realizzare alla Spezia un museo dello yacht design, per consolidare l’operazione Miglio Blu e il suo presupposto culturale, ossia la fucina di cervelli  rappresentata dal campus universitario.  Nulla ci sarebbe (stato) di  meglio che realizzarlo all’interno del Destriero, con il coinvolgimento dell’università spezzina vocata alla progettazione nautica”. Invece.

“Invece per la nave costruita da Fincantieri  al Muggiano suonano campane a morto;  alla distanza sono evaporati  i propositi di impegno istituzionale per dare  gambe all’idea degli Stati Generali del Patrimonio del recupero della nave per trasformarla in un museo cogliendo nel futuro waterfront spezzino un ambito di sicura valorizzazione e tesaurizzazione (sarebbe stata la prima occasione per i crocieristi di vivere in maniera intelligente lo sbarco alla Spezia e cogliere la sua centralità nel campo delle costruzioni navali e, in caso di museo, dello yacht design)”.

“Il problema è sempre quello delle risorse. Ma prima di queste viene la volontà, la capacità di intuire il valore dei propositi, lo sforzo di approfondirli e di cogliere le opportunità. Fra queste, nel caso del Destriero,  ne riveliamo una rimasta finora sotto traccia: la disponibilità della proprietà, riconducibile all’Aga Kan, a cedere il Destriero per un euro. Ma di fronte a tentennamenti e impasse, in pendenza del costo del ‘parcheggio’ nel cantiere Lurseen di Brema in Germania e della mancanza dello slancio di Fincantieri a farsi carico del ritorno a casa della sua creatura la stessa è stata  fatta a fettine”.

E conclude: “Tutto ciò – altra rivelazione che siamo in grado di fare per aver fatto da tramite – una professoressa del campus, già da un anno, si era data disponibile a guidare una squadra di studenti per una verifica di fattibilità della musealizzazione del Destriero se fosse stata finanziata una trasferta per i rilievi sul campo. Altra occasione mancata. Sic!

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Questo, testuale, il comunicato diffuso dagli Stati Generali del Patrimonio, ripresa dai media

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