LA SPEZIA – L’Ufficio Posto di Controllo Frontaliero (PCF) Porto della Spezia-Santo Stefano Magra è in carenza cronica di Medici Veterinari.
di Enzo Millepiedi
E’ una situazione che è stata messa in evidenza da tempo e anche negli ultimi mesi ma non è accaduto nulla. E la prospettiva, se non si interviene al più presto è ancora più seria e preoccupante.
Si era parlato di tamponare intanto con distacchi e contratti con veterinari in attesa di una soluzione strutturale non solo con la copertura dei vuoti di organico anche in considerazione, come si vedrà, di una mole di lavoro del Porto della Spezia aumentata considerevolmente per cui la stessa pianta organica, anche se tutta coperta, risulterebbe comunque inadeguata alle necessità reali. sia attuali sia nel prossimo futuro.
Da aggiungere sono l’importanza di un controllo veterinario dal punto di vista proprio igienico-sanitario sulla merce animale e di origine animale in importazione, la tenuta del conquistato abbattimento dei tempi nei controlli al quale corrisponde il grado di efficienza, l’emblematica situazione dei controlli unificati in un solo luogo (Santo Stefano Magra) assunta dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli come banco di prova del Sudoco da estendere a tutta la portualità italiana.
Come si vede in gioco non c’è solo la carenza di personale che ha lasciato il servizio per raggiunti limiti di età e che da anni non è mai stato sostituito, con grave pregiudizio già alla luce dell’attività che i veterinari devono garantire.
Va ricordato che i veterinari eseguono infatti i controlli sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano (carne bovina e ovina refrigerata e congelata, pesce congelato e in conserva, miele, e così via) e animale (mangimi e petfood), sui farmaci veterinari e su tutta una serie di sottoprodotti di origine animale destinati ad uso tecnico, provenienti dai Paesi extra UE, al fine del loro ingresso in Italia.
Ma se già ka cronica carenza di personale bastasse nel frattempo la situazione si è aggravata con l’avvenuto trasferimento, a partire dal marzo 2021, della maggior parte delle competenze degli uffici Usmaf-Sasn agli Uvac-PcfF (tutti gli alimenti non di origine animale destinati al consumo umano, come frutta, verdura, confetture, bevande, nonché i materiali destinati al contatto con gli alimenti, quali piatti, bicchieri, posate).
A ciò non è corrisposto, purtroppo, un adeguamento del personale veterinario, in special modo, come detto sopra, se si tiene conto della mole di lavoro che ha portato l’Ufficio Posto di Controllo Frontaliero (Pcf ) della Spezia Porto all’emissione di circa 15.000 certificati nell’anno 2021, a fronte dei 3.000 degli anni precedenti. Che sono dunque quintuplicati.
La conseguenza è che il mancato inserimento di nuovo personale veterinario e il prossimo pensionamento dei due terzi dei veterinari attualmente in servizio determineranno, inevitabilmente, il rallentamento dell’attività istituzionale.
E anche le associazioni degli spedizionieri e dei doganalisti della Spezia stanno evidenziando da tempo questa condizione di grave criticità per i traffici commerciali del Porto della Spezia.
Situazione grave che si sta facendo allarmante, infine, in quanto perfettamente sovrapponibile, anche per l’Ufficio Veterinario Adempimenti Comunitari (Uvac) Piemonte Valle d’Aosta, Pcf Aeroporto Caselle e i due Posti di Controllo (Pc) Interporto di Rivalta Scrivia e di Rivalta Spedizioni.