LA SPEZIA – Già con la pandemia e i suoi effetti si era entrati in quella che, mutuata dalla furia della natura, è chiamata la tempesta perfetta. Locuzione scelta anche nell’introduzione della conversazione tenuta dal relatore al meeting del Propeller a Porto Lotti sia per la sua stringente attualità sia per una seria visione sul futuro reso ancora più incerto dall’invasione della Russia in Ucraina.
di Enzo Millepiedi
É stato affidato, dal Propeller Club – che associa imprenditori e professionisti della economia del mare che operano nel contesto dei Porti della Spezia e di Marina di Carrara, presieduto da Giorgio Bucchioni – all’ingegner Andrea Cogliolo, senior director Marine Excellence Centers del Rina Service Spa, il compito di sviluppare il fil rouge della sfida che, in particolare, sta affrontando il settore navale nel processo della transizione ecologica.
Una sfida gigantesca nella ricerca di un equilibrio tra de-carbonizzazione e sicurezza energetica, attuale e futura, spinta verso una sostenibilità complessiva dell’industria, della logistica e dei trasporti.
Progettisti e cantieri navali, insieme agli armatori, non si sono sottratti a questa sfida che hanno avviato da tempo con la consapevolezza che nave virtuosa diventa un valore aggiunto.
Prove e controprove sono in atto in tutte le compagnie di navigazioni più sensibili alla sostenibilità ambientale che il mondo chiede ma gli ostacoli da superare restano enormi a cominciare dalla scelta di quale sia il carburante transitorio alternativo (Dal gas all’ammoniaca) cui ricorrere nel percorso verso la meta finale che resta l’idrogeno prima blu e poi verde.
Né si può pensare ad una omogeneità di comportamenti e di tempi per un processo chiamato più che a interessare e coinvolgere le 90mila – ha ricordato Cogliolo – navi che costituiscono oggi le flotte di tutto il mondo.
Ed è così che entrando nei particolari applicativi delle normative esistenti l’ingegner Cogliolo ha percorso la strada della de carbonificazione dimostrando senza mezzi termini quanto essa sia davvero lastricata, è il caso di dirlo, di difficoltà.
E non mancano le contraddizioni che, sulla base del principio più inquini e più paghi, si può arrivare al paradosso che costi più la CO2 del carburante che uso. E in questo, in base alle normative Ue, il rischio è che gli europei saranno i più penalizzati.
L’ingegner Andrea Cogliolo ha anche indicato, puntualmente elencandoli, i documenti e le direttive che avranno inevitabilmente un effetto impattante sull’economia marittima, andando ad incidere su oneri e costi.
Le navi di nuova generazione, progettate e costruite con criteri sempre più eco-sostenibili come peraltro sempre più richiesto dagli stessi committenti, cominciano a costituire e a immettere nei mari una realtà consistente, e in prospettiva utile, quanto ai costi per esempio per compensare tra vecchio e nuovo naviglio di uno stesso armatore, i vantaggi green con le penalità da CO2.