Domani ultima tornata di riunioni e incontri, per la Confederazione, prima della pausa estiva. Ha dichiarato il Presidente di Confetra Guido Nicolini: “Ci sono questioni urgenti che riguardano il mondo del lavoro nel nostro Settore, e siamo pronti ad affrontarle”.
Domani parteciperemo all’incontro convocato dai Ministri Andrea Orlando e Roberto Speranza sui temi della sicurezza e della salute. Questi due ultimi aspetti restano la stella polare per l’auspicata ripartenza del Paese: senza salute non potrà esserci fiducia, mercato, ripresa dei consumi, della produzione, del commercio internazionale.
Ma c’è un “ma”. Le aziende devono essere messe anche in condizione di operare, lavorare, programmare le proprie attività, seppur in condizioni eccezionali come sono quelle che stiamo vivendo. Non è giusto tenere lavoratori, con il Green Pass ed il ciclo vaccinale completato, in quarantena, solo perché sono stati in contatto con una persona o un collega positivo.
Perdere per 11 giorni uno o più dipendenti, anche se protetti dal vaccino, solo perché in astratto potenzialmente contagiati o contagiosi, non è organizzativamente sostenibile. Ci sono, fortunatamente e proprio grazie ai vaccini, pochissime possibilità che ciò accada. Si proceda allora con i tamponi, anche frequenti, per le verifiche del caso, ma non ci sguarnissero inutilmente uffici e postazioni lavorative di risorse umane”.
“Questo chiederemo a Orlando e Speranza – ha concluso Nicolini, che poi ha anticipato la posizione di Confetra anche in vista dell’incontro con il Ministro del Lavoro – previsto per lunedì 9 – sulla riforma degli Ammortizzatori Sociali: “I principi generali del Documento che ci è stato sottoposto ci convincono. Dobbiamo rilevare due temi, che ci auguriamo a settembre possano poi essere approfonditi.
Il primo riguarda la necessità di pensare interventi che non impattino sui costi delle imprese dei servizi. Sarebbe paradossale che chiedendo da tempo di ridurre il cuneo fiscale lato imprese, ci trovassimo poi a commentare proposte che, al contrario, estendono anche ai settori non manifatturieri i gravosi oneri della CIG, al posto dell’attuale FIS.
In secondo luogo, va posta assolutamente in essere una azione seria di semplificazione degli strumenti di sostegno al reddito. Non è possibile che la regolazione sia in capo a Governo e Parlamento, l’istruttoria alle Regioni, l’assenso sia legato all’esito dei negoziati con i Sindacati, l’effettiva erogazione infine in capo all’INPS.
É una procedura farraginosa, eccessivamente intermediata da troppi livelli amministrativi, e tra l’altro con tempi biblici. Infatti, durante la crisi Covid, la maggior parte delle nostre imprese ha preferito anticipare i versamenti mensili ai lavoratori per contribuire alla tenuta sociale del Paese nei mesi più drammatici. Ma ciò non è né normale né giusto, crea ulteriori problemi finanziari alle aziende, ed espone i lavoratori ad ingiuste disparità di trattamento effettivo a seconda della solidità dell’impresa presso la quale essi operano” ha concluso il Presidente.