Santi (Federagegenti): sopravvive chi “fa i compiti in casa”, i porti del Nord Europa i compiti li hanno fatti da molti anni

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Roma – “L’Italia dei porti e della logistica si farà ora o mai più”. E’ questo il senso di quello che Seareporter ha rilanciato questa mattina come ultimo appello.

Ultimo appello che arriva dall’autorevolezza del presidente di Federagenti, Alessandro Santi, da un analisi  sui fenomeni di profonda trasformazione in atto con un’economia cinese che registrerà un rimbalzo del 10% nel confronto tra primo trimestre 2023 e 2024, catturando sotto gli artigli del Dragone due terzi del Pil mondiale, e in parallelo con le scelte protezionistiche e geostrategiche americane, sono destinati a impattare con violenza imprevedibile sull’economia europea e italiana e, in particolare, sulle catene logistiche.

Dice Santi: “In un momento come questo tali fenomeni, in grandissima parte non governabili, possono determinare altissimi livelli di rischio ma anche enormi opportunità. Pensiamo ad esempio ai corridoi preferenziali da e per i porti alto adriatici italiani nella relazione con l’Ucraina per materie prime essenziali (siderurgico e agroalimentare), per i quali il Governo si è fatto validamente promotore: non possiamo pensare di gestire questi potenziali importanti volumi senza eliminare i colli di bottiglia riscontrati nei mesi scorsi, sia in termini di indisponibilità di aree di stoccaggio che di banchine con idonee capacità di pescaggio e efficienza operativa”.

E in un momento come questo sopravvive chi “fa i compiti in casa”: i porti del Nord Europa i compiti li hanno fatti da molti anni e anche ora non stanno certamente a guardare, anzi.

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