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Napoli – Sei anni, due mesi e 20 giorni di reclusione quello che è considerato uno capo dei predatori di datteri di Castellammare di Stabia, uno degli imputati nel procedimento nel quale è sfociata la maxi inchiesta del marzo 2020 sulla pesca di frodo dei datteri di mare a Napoli e a Capri, coordinata dalla Procura di Napoli.
Legambiente, costituita parte civile nel processo ha commentato: “Una sentenza storica e importante che infligge un duro colpo a persone senza scrupoli che distruggono le coste più belle dei nostri mari. La pesca di frodo di datteri è una vera e propria emergenza ambientale, un’ industria dell’illegale con un elevato giro d’affari che genera un danno incalcolabile all’ecosistema marino. Oltre alla dura repressione del reato, l’unico strumento per far fronte a questa situazione è quello della sensibilizzazione e dell’informazione”.
“Facciamo appello ai consumatori: ordinare al ristorante un piatto di linguine ai datteri o comprarne in pescheria, è un atto illegale e rende complici di un grave reato ambientale” conclude il commento della sentenza emessa dal GUP Rosaria Maria Aufieri nei confronti dei primi datterari che avevano richiesto il rito abbreviato nel procedimento in corso a Napoli.