Nel nostro nuovo giro interno al mondo abbiamo scelto di occuparci della ripresa delle attività nel porto più grande del mondo, Shanghai, e restando in estremo oriente di due nuovi ponti tra Cina e Russia, per concludere con lo stop imposto da Panama all’espansionismo cinese nella regione del Canale.
di Enzo Millepiedi
Shanghai torna a vivere e il porto corre per ristabilire la normalità
Shanghai – Continuano ad arrivare da qualche giorno le immagini della ripresa della vita pubblica degli abitanti di Shanghai così come continuano ad arrivare notizie confortanti sulla ripresa produttiva e significativamente della graduale ripresa dell’attività di quello che non è solo il porto più importante della Cina ma del mondo. Un porto che, stando alle note ufficiali, non ha neppure perduto il suo primato nella movimentazione dei container nonostante il blocco di oltre due mesi. Blocco che è arrivato a fare mettere in attesa quasi 500 navi. Ora ci vorranno comunque settimane perché l’attività del Porto di Shanghai torni alla normalità della sua gestione. Come si vede nella rilevazione di questi giorni sono ancora decine le navi lungo i moli del colosso portuale mentre si nota quanto siano diminuite quelle in attesa al largo.
Due nuovi ponti, uno stradale e uno ferroviario, tra Cina e Russia
Mosca – Mentre a ovest infuria il conflitto con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, a oriente si torna a parlare di Belt&Road Initiative, la nuova Via della Seta, con l‘inaugurazione del primo ponte stradale (nella foto in basso) tra la città russa di Blagoveshchensk e quella cinese di Heine. Un’infrastruttura di 1 chilometro che attraversa il fiume Amur. Progettato come collegamento strategico per il trasporto delle merci su gomma, per 600 camion al giorno, il nuovo ponte a regime garantirà il passaggio di 1 milione di tonnellate di merci all’anno. L’infrastruttura, la cui apertura ha subito un ritardo di due anni per il Covid, va a sostituire o integrare i collegamenti che fino ad oggi erano garantiti da ponti mobili e traghetti fluviali. Il suo costo è stato di 18,8 miliardi di rubli (318 milioni di dollari) per la parte russa. E ad agosto è prevista l’inaugurazione del primo ponte ferroviario tra Cina e Russia che rientra nella pianificazione della Belt&Road.
Ma Panama dice no a Pechino e si affida a Msc per il nuovo terminal
Panama – Ginevra – Sarà MSC a completare e gestire il nuovo terminal container del Canale di Panama. Il progetto era stato affidato a una società cinese, ma dopo le elezioni del 2019 il nuovo governo aveva annullato la concessione. In base al nuovo accordo, Notarc Management Group, società di investimento privato e gestione patrimoniale a Panama, America Latina e Caraibi, rileverà il progetto che era stato completato al 40%. Il gruppo, acquisiti i diritti, completerà la costruzione del terminal a Colon, nuovo ingresso caraibico del Canale di Panama. Terminal Investment Limited, affiliata di MSC, si occuperà della gestione. La concessione, assegnata allo Shandong Landbridge Group, faceva parte del progetto di espansione della Cina nella regione con la costruzione appunto del terminal da 2,5 milioni per raggiungere 5 milioni di TEU. Sarebbe stato il colosso statale cinese delle costruzioni China Harbor Engineering Company, con la progettazione del Port Design Institute di Pechino a realizzare il terminal. L’Autorità marittima di Panama ha revocato la concessione nel giugno 2021 riferendo che il consorzio Landbridge non aveva rispettato numerosi termini contrattuali. Oltre al porto di trasbordo, Notarc ha ora stipulato una intesa con SGP BioEnergy, con sede negli Stati Uniti, per costruire e sviluppare una struttura per la bioenergia e altre infrastrutture logistiche.