Sorpresa: “Gli autisti italiani hanno il quarto salario al mondo”. Lo dice lo studio della società Usa PartCatalog  

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Austin (TX) United States – Un recente studio della società statunitense PartCatalog colloca gli stipendi dei camionisti italiani nella parte alta della classifica mondiale.

La mancanza di 20-30mila autisti e la scarsa propensione a intraprendere questo lavoro in Italia (e non solo) ha indotto a ricerca le cause di questa disaffezione, tra le quali la remunerazione ma non solo. Tra le altre cause sono stante elencate, oltre a quelle di una vita spesso lontana da casa e dalla famiglia, anche quelle di un oneroso accesso sia di costi sia di tempi per il conseguimento della patente.

Soffermandoci sugli stipendi però questo studio consentirebbe di fare un po’ di chiarezza almeno sulle remunerazioni perché risulta da esso che “gli autisti italiani hanno il quarto salario al mondo”.

L’Italia offrirebbe a un conducente di veicoli pesanti uno stipendio medio di 42.121 dollari l’anno (quasi 40 mila euro), a pari merito con la Germania, rispetto ad una retribuzione nazionale media di 50.714 dollari (circa 48 mila euro).

Secondo lo studio, il paradiso economico dell’autotrasportatore è il Canada (49.718 dollari, circa 47 mila euro), seguito da Stati Uniti (46.703 dolavi, circa 44 mila euro) e Regno Unito (43.567 dollari, oltre 41 mila euro).

Nelle prime due nazioni ciò è dovuto – dice lo studio – alla carenza di conducenti rispetto all’aumento di circa il 20% della richiesta (30 mila nuovi posti richiesti per Canada e 80 mila per quello Usa).

La Gran Bretagna, inoltre, offre ai conducenti di camion ben 8.000 dollari (7.500 euro) in più rispetto al reddito medio nazionale, aumento anche qui legato alla mancanza di lavoratori qualificati conseguente alla Brexit.

All’estremità inferiore della scala, l‘India offre ai conducenti di camion pesanti gli stipendi più bassi, con 4.617 dollari(4.300 euro circa).

Detto questo è chiaro che queste remunerazioni non possono e non devono essere prese come valori assoluti ma inserite nel contesto per esempio del livello di tassazione vigente e del costo della vita nei Paesi considerati, due voci che incidono e non di poco sul risultato economico finale di questo come di ogni altro lavoro.

Al momento ci fermiamo qui con questo che vuole essere un contributo all’indagine e ai correttivi in corso se non per invertire certo per attenuare il fenomeno di disaffezione.

L’immagine è tratta da un manifesto di Uomini e Trasporti per aumentare l’occupazione rosa nel settore

 Fonte: Redazione Uomini e Trasporti

 

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