Bergen – Bureau Veritas ha approvato in linea di principio (AiP) un’innovativa imbarcazione a vela progettata non solo per raccogliere i rifiuti di inquinamento da plastica galleggiante dell’oceano, ma per elaborarli.
E’ un’altra importante tappa di Manta, la barca lunga 56 metri, larga 26 e alta 62, realizzata sul progetto sviluppato da Manta Innovation, l’ufficio di progettazione ingegneristica della ONG SeaCleaners, con il supporto degli architetti navali Ship-ST e della filiale di Sembcorp Marine di Bergen, LMG Marin COME.
Dell’idea di costruire Manta si parla da tempo. da quando, stanco di colpire oggetti galleggianti durante le sue gare e di vedere luoghi paradisiaci trasformarsi in discariche, il francese, Yvan Bourgnon, veterano skipper di yacht che è detentore di diversi record mondiali di vela, ha deciso di combattere questo flagello globale. Tenuto conto che finiscono nell’oceano ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica.
Ora che Manta è vicina ad entrare in funzione raccontiamola dicendo intanto che sarà alimentata da una combinazione di tecnologie di energia rinnovabile per ridurre al minimo la sua impronta di carbonio e raggiungere dal 50 al 75% di autonomia energetica. E che servirà anche come laboratorio scientifico per l’osservazione, l’analisi e la comprensione dell’inquinamento da plastica negli oceani e come piattaforma educativa aperta al pubblico.
Bureau Veritas ha riesaminato la struttura generale, i piani di stabilità e sicurezza della Manta, sulla base della mitigazione del rischio in relazione alle nuove tecnologie e requisiti.
“L’inquinamento marino da plastica è un disastro ecologico globale che richiede un’azione urgente ora sia a terra che in mare”, afferma. “Siamo grati che Manta abbia ricevuto l’AiP da Bureau Veritas Marine & Offshore. Questo rappresenta per noi una pietra miliare importante e dimostra la solidità del nostro approccio per affrontare l’inquinamento da plastica. Ora stiamo per entrare in una nuova fase di sviluppo con l’imminente lancio della gara d’appalto per i cantieri navali. Più di 45.000 ore di studio e sviluppo, che hanno coinvolto oltre 60 ingegneri, tecnici e ricercatori, hanno portato a questa approvazione”.