Trieste – Per il futuro di Fincantieri “c’è una strada tracciata, abbiamo lavoro per i prossimi sei-sette anni”.
Ad affermarlo è stato l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono nel corso della cerimonia della consegna del Premio Fincantieri Fieri nell’ambito di Link Festival del Giornalismo.
Parlando della sua carriera e degli ultimi venti anni in Fincantieri, Giuseppe Bono ha ricordato che “a gennaio per lui sarebbero stati 60 anni di lavoro: ho avuto sempre la schiena dritta e sono sempre andato avanti. Sono cambiati i governi e ho cercato di indirizzarli verso la direttrice giusta. Non sempre è stato così: ho conosciuto nella carriera molti colleghi che spesso si sono fatti guidare mentre la politica ha bisogno di persone che indicano la strada”.
Ecco dunque il perché del “c’è una strada tracciata” per Fincantieri. E comunque Per Bono (e non solo) “fare l’imprenditore in Italia è da eroi, rischiamo di andare ogni giorno in galera” riferendosi in particolare alla burocrazia.
“Non sarò al timone ma potrò esserci, senza interferire con chi ci sarà dopo di me, nell’interesse dell’azienda”. D’altronde il futuro di Fincantieri per i prossimi sette – otto anni è già scritto, ci sarà lavoro ma è necessario mantenere alta la reputazione in giro per il mondo”.
Quanto alla guerra in Ucraina e a un suo eventuale impatto sul trend positivo dell’azienda?
Bono: “Sono preoccupato per la scarsità dell’acciaio, non tanto per l’aumento del prezzo, che in parte si può neutralizzare. Se non c’è l’acciaio non possiamo lavorare. Abbiamo intavolato una relazione importante con l’Ucraina, era diventata il nostro principale fornitore”.
Certo “avremo qualche problema di approvvigionamento, ma finora no. Già con la crisi dell’Ilva ci eravamo mossi in giro per il mondo per trovare nuove fonti, quindi siamo ottimisti”.
E su un possibile calo della domanda per le crociere? “Non ci credo – ha risposto – le crociere ci saranno e riprenderanno, c’è un altro problema: calerà la ripartizione globale e mondiale del lavoro, già l’Italia si attrezzerà per avere la sua quota di mercato, che abbiamo perso perché la Cina si è affacciata”.
Nella produzione bellica una maggior attenzione c’è – ha detto infine Bono a cinque giorni dalla scadenza del suo mandato – noi nella nuova difesa europea che richiederà del tempo dovremo far forza sulle nostre eccellenze. Sarà una lotta per la predominanza tra i Paesi europei più industrializzati e con la difesa sviluppata. Noi sul navale siamo già leader in Europa”.