LE GRAZIE – Dagli abissi al Cantiere della Memoria, un viaggio nello spazio e nel tempo grazie al catamarano-laboratorio Daedalus, alle telecamere dei mezzi sottomarini filoguidati e, ancora prima, al loro interventore-costruttore-utilizzatore, l’ingegner Guido Gay.
Così reperti archeologici e storici custoditi nelle profondità – e la vita che pulsa attorno ad essi – affiorano nel museo del mare nel porto antico delle Grazie in una mostra curata da Giada Franci, biologa marina de La Nave di Carta; l’associazione, di cui il Cantiere della memoria è l’espressione culturale, sviluppa l’iniziativa parallela dei laboratori didattici che saranno allestiti sulla spiaggia delle Grazie per la Giornata del mare, la mattina dell’11 aprile: lo scenario, sullo sfondo della goletta Oloferne, sarà un piccolo cantiere ‘archeologico’ che, con concorso degli operatori del Cnes, vedrà i ragazzi delle scuole impegnati nelle ricerche e nell’identificazione dei reperti.
Dalle anfore romane che giacciono sui fondali al sacrario che custodisce le spoglie dei 1393 marinai della corazzata Roma, il risultato delle ricerche del catamarano Deadalus sarà – attraverso foto esclusive – presentato nella mostra insieme alle spiegazioni sulla conduzione delle ricerche e dei mezzi che le hanno rese possibili.
L’inaugurazione è prevista alle 17 del 10 aprile. Si tratta di immagini estrapolate dal libro “Gli abissi raccontano” scritto da Gay; l’opera, che apre la mente e il cuore facendosi richiamo alla tutela dei tesori sottomarini, sarà presentata la sera stessa alle 21 nella sala affrescata dell’ex convento olivetano, con gli interventi della biologa marina Giada Franci e la direttrice della Villa romana Marcella Mancusi.
Con questa iniziativa il Cantiere della Memoria, con la Pro Loco, vuole contribuire alla crescita della consapevolezza del valore del sito archeologico delle Grazie, con la cui direzione si consolida la sinergia per promuovere le offerte culturali del territorio.